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Italia-Francia, accordo su Stx: a Fincantieri 50% più prestito dell’1%

  • – di Redazione Online
Lavoratori nei cantieri STX di Saint-Nazaire (Ap)
Lavoratori nei cantieri STX di Saint-Nazaire (Ap)

Accordo raggiunto tra Italia e Francia sul dossier Stx-Fincantieri. L'Italia ottiene il 51% dei cantieri di Saint Nazaire, il 50% in controllo diretto a cui si aggiunge una quota dell'1% in prestito da parte del governo francese: è quanto riferiscono fonti dell’esecutivo parigino. In questo modo il gruppo italiano avrebbe il 51% dei diritti di voto e recupererebbe una quota equivalente di dividendi.

Nuovo cda e nuova composizione del capitale
Dopo l'accordo, ecco la composizione del Cda dei cantieri navali STX di Saint-Nazaire: 8 membri, di cui 4 di Fincantieri, 2 dello stato francese, uno dei dipendenti e uno di Naval Group. Presidente e amministratore delegato di Stx Saint Nazaire saranno
nominati da Fincantieri e il governo francese conserverà un diritto di veto sulla nomina. La precisazione arriva dopo che dall'Eliseo avevano indicato informalmente che Laurent Castaing sarebbe rimasto al vertice dei cantieri della Loira nel ruolo di Pdg.
Secondo quanto annunciato da fonti del governo francese, poi, l'intesa prevede la seguente suddivisione del capitale: 50% Fincantieri, 34,34% Stato francese, 10% Naval Group, 3,66% imprese locali, 2% per i dipendenti.

La Borsa sembra voler bocciare però l'accordo raggiunto tra Italia e Francia sul controllo di Stx da parte di Fincantieri. Il titolo ha chiuso in calo ma al di sopra dei minimi in Piazza Affari. Ha aperto bene (+2%), è scivolato poi fino al 2% dopo l'annuncio dell'accordo e ha chiuso con un calo dello 0,36% a 1,09 euro. A questi valori, comunque, risulta in rialzo di oltre il 130% da inizio anno.

In sostanza, Fincantieri avrà la piena disponibilità del 51% a fronte del 48% che era previsto dall’intesa rimessa in discussione dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. La società italiana si vedrà poi riconosciuti sia il controllo che la governance dei cantieri affacciati sulla Loira: al gruppo triestino spetterà infatti la nomina sia dell’amministratore delegato sia del presidente che disporrà di un voto preponderante in caso di parità (il cosiddetto casting vote). Quanto all’1% che sarà assicurato dalla Francia attraverso un “prestito” azionario, Parigi potrà revocarlo solo in caso di inadempimento di Fincantieri rispetto agli impegni industriali presi. Clausole simili erano peraltro contemplate già dal precedente accordo, i cui contenuti di massima sono stati trasferiti nel nuovo compromesso.

Fonti del Mise e del Mef indicano che l'accordo «è migliorativo rispetto a quello precedente sotto tutti i punti di vista» e spiegano che Fincantieri «avrà la disponibilità diretta del 51%, cosa non concessa nel precedente accordo che prevedeva 48% a Fincantieri e 4% ad un'istituzione finanziaria italiana. La società italiana avrà inoltre presidente, amministratore delegato e maggioranza in consiglio attraverso il casting vote». Dal vertice di Lione, inoltre, l'Italia uscirà con un ruolo di primo piano anche nel comparto militare. Secondo fonti qualificate, infatti, nell'accordo complessivo sarà prevista anche la costituzione di un "gruppo di lavoro" per definire il percorso che porterà all'integrazione a tutto campo anche nel settore militare. Il "gruppo di lavoro" presenterà queste proposte entro giugno 2018.

Fonti dei due ministeri spiegano, inoltre, che la maggioranza ottenuta da Fincantieri in Stx è frutto di un prestito dell'1% che il Governo francese potrà revocare solo a condizione di un inadempimento di Fincantieri rispetto agli impegni industriali presi. Mef e Mise ricordano che questa clausola era peraltro prevista anche nel precedente accordo, che accordava allo stato francese il diritto di ricomprare la quota detenuta dalla società nelle medesime circostanze.
Il prestito dell'1%, precisano inoltre fonti di Governo informate sul dossier, ha durata di 12 anni e se non verrà revocato la quota dovrebbe passare di diritto a Fincantieri. In caso di revoca del prestito, che non potrà comunque essere effettuata in qualsiasi momento ma in occasione di alcuni 'check point' nell'arco dei 12 anni, Fincantieri avrà un'opzione put che obbliga lo Stato francese a comprare tutta la sua quota a un "fair price".

Potrebbe essere poi un gruppo di lavoro ad hoc a definire i dettagli della struttura proprietaria e di governo che dal focus sui cantieri civili si dovrà poi estendere anche al business delle navi militari. Il primo passo del riassetto potrebbe passare per uno scambio azionario tra Fincantieri e Naval Group sul rispettivo 10% del capitale. L'approdo finale dovrà misurarsi comunque con l'esigenza di entrambi i governi di difendere i paletti espressi in questi mesi. Gli analisti di Mediobanca Securities ribadiscono che l'intesa aprirebbe la strada alla nascita di un gruppo leader in Europa nella costruzione di navi da crociera, mentre l'alleanza nel settore militare è molto più complessa visto che potrebbe includere anche Leonardo e Thales e richiederebbe delle modifiche al perimetro del gruppo.


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