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Dieci al giorno, oltre 15mila dal 2014: sono i morti nel Mediterraneo

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Dieci al giorno, oltre 15mila dal 2014: sono i morti nel Mediterraneo

Il 3 ottobre del 2013 a mezzo miglio circa dalle coste di Lampeduse, sotto lo sguardo di una delle più belle spiagge del Mediterraneo, l’Isola dei Conigli, trecento sessantotto migranti si inabissano. È una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del ventunesimo secolo. Ci sono uomini e donne, e numerosi bambini. Erano partiti da Misurata due giorni prima. A provocare il disastro il lancio di una torcia infuocata in una pozza di gasolio da parte dell’assistente del capitano.

Domani queste vittime saranno ricordate con la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Insieme alle altre 15mila che dal 2014 hanno perso la vita. Il dato è frutto delle stime di UNHCR , che già nel 2014 aveva definito la traversata del Mar Mediterraneo la «strada più mortale del mondo», e IOM, rilanciato in Italia dall’Ismu. Il picco è stato il 2016 con oltre 5mila tra morti e dispersi.

MORTI E DISPERSI NEL MEDITERRANEO
Anni 2014-2017 (Fonte: elaborazioni ISMU su dati UNHCR e OIM)

MORTI E DISPERSI NEL MEDITERRANEO PER ROTTA MIGRATORIA
Anno 2015/2017, in percentuale. Fonte: elab. ISMU su dati UNHCR e OIM)

Ma il 2016 è l'anno «in cui gli arrivi di migranti via mare in Europa - ricostruisce Ismu - sono calati considerevolmente in particolare sulla rotta del Mediterraneo orientale che dalla Turchia porta sulle isole greche, mentre la traversata dal Nord Africa verso l'Italia è tornata ad essere il principale approdo europeo per i migranti in fuga da conflitti, carestie, soprusi, instabilità politica ed economica. Tale traversata è particolarmente pericolosa: i più gravi incidenti hanno infatti riguardato la rotta del Mediterraneo centrale che dalla Libia –e dal Nord Africa più in generale – porta in Italia. Nel 2015 sul totale dei morti e dispersi, il 77% ha riguardato tale rotta e l'anno successivo il 90 per cento» .

Un trend drammatico che sembra essere confermato dal 2017: con oltre 2.600 morti e dispersi tra il primo gennaio e il 29 settembre (nel 93,3% dei casi avvenuti sulla rotta migratoria verso l’Italia).

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