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Mdp alza lo scontro sul Def, lascia il viceministro Bubbico

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Mdp alza lo scontro sul Def, lascia il viceministro Bubbico

Filippo Bubbico (Ansa)
Filippo Bubbico (Ansa)

«Dal Def emerge una linea che segna la relazione politica con questo governo. In questo momento non mi sento nella maggioranza». A suonare i tamburi di guerra per Mdp è nel tardo pomeriggio il giovane bersaniano Roberto Speranza. In mattinata c’è stata l’attesa audizione del ministro Pier Carlo Padoan davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, e a seguire le assemblee dei gruppi bersaniani di Mdp sul comportamento da tenere oggi nelle Aule di Senato e Camera, dove si voteranno in successione la relazione del governo sullo scostamento dal deficit e la Nota di aggiornamento al Def. Come già anticipato, la decisione è quella del doppio binario: sì per «senso di responsabilità verso il Paese» sulla prima votazione, che necessita della maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea, e non voto sulla seconda, per la quale è sufficiente la maggioranza dei presenti.

Ma non è tanto il doppio binario a sorprendere, tanto è vero che lo stesso Giuliano Pisapia - che lunedì è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal premier Paolo Gentiloni assieme ai capigruppo di Mdp Cecilia Guerra e Francesco Laforgia - in una nota mette il suo cappello sulla decisione. «È importante che oggi Mdp abbia deciso di votare sì sui saldi di bilancio per evitare danni irreversibili a tutto il Paese - ha dichiarato in serata l’ex sindaco di Milano e leader di Campo progressista -. Prendo atto che il ministro Padoan ha dichiarato che è avviato un percorso, come abbiamo chiesto nell’incontro di ieri con il presidente Gentiloni. E su questi temi confido che arrivino risposte in quella che sarà la discussione e il confronto sulla legge di bilancio». A sorprendere è l’alzata dei toni di Mdp, culminata in un atto drastico come le dimissioni del bersaniano Filippo Bubbico da viceministro degli Interni. «La mia posizione sul Def è perfettamente coincidente con quella espressa dai gruppi Mdp alla Camera e al Senato», spiega Bubbico intendendo che da membro del governo non potrebbe non votare un provvedimento importante come la Nota di aggiornamento del Def. Dimissioni che hanno sorpreso lo stesso Gentiloni, che fa trapelare «sorpresa e delusione» all’indomani di un «incontro positivo al quale hanno fatto seguito le parole di Padoan in Parlamento».

Quello di Bubbico è un gesto di coerenza, certo. Ma a colpire gli uomini vicini a Pisapia, impegnato come noto nel progetto di ricostruzione del centrosinistra nel dialogo con il Pd e non contro il Pd, è l’evidente operazione di smarcamento dall’area di governo dei bersaniani di Mdp. Una linea che non è quella di Pisapia. E che arriva, con un’alzata di toni giudicata prematura da Campo progressista, proprio all’indomani del riconoscimento politico di Mdp, con la leadership di Pisapia, da parte del premier. Tanto è vero che Bruno Tabacci, il leader di Centro democratico vicino in questi mesi all’ex sindaco di Milano, si smarca: «Voterà sicuramente a favore della Nota di aggiornamento del Def. Mdp sta sbagliando: ha una linea poco chiara, confusa, che non condivido. Padoan, rispetto all’incontro che Pisapia ha avuto con Gentiloni, ha dato un segno di apertura importante».

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