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Confindustria su Npl: «Stretta Bce ingiustificata, imprese…

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L’ALLARME sulle nuove regole

Confindustria su Npl: «Stretta Bce ingiustificata, imprese penalizzate»

(Epa)
(Epa)

Una scelta «incomprensibile» e «irragionevole», che ha l’effetto di «spiazzare le banche, penalizzare i risparmiatori azionisti» e «soprattutto restringere i canali di finanziamento delle imprese». Le nuove regole della Bce sui non performing loan hanno provocato l’allarme di Confindustria, con l’annuncio che ci sarà un’azione, «anche in sede europea» per contestare questa impostazione e questa tempistica.

Analoga bocciatura è arrivata dall’Abi: «La tempistica della Bce sugli Npl è da rivoluzione, da sala della Pallacorda. Ero ottimista, poi il mio umore è cambiato quando la Bce ha messo in consultazione un addendum che aggiunge macigni alle ennesime regole sui crediti deteriorati», ha detto il presidente, Antonio Patuelli. Se non saranno corrette «avranno forti effetti negativi specie per le pmi».

La questione è sul tavolo di Bankitalia: secondo fonti di via Nazionale, l’auspicio della Banca centrale è che esca una versione delle regole bilanciata, che tenga conto dei maggiori tempi di recupero giudiziario dei crediti in Italia rispetto ad altri paesi. Secondo via Nazionale dalle nuove norme dovrebbero essere escluse le posizioni garantite da collaterale e lo stock dei crediti deteriorati, applicandole solo ai nuovi flussi.

Rischio credito ridotto, quindi, e più costoso. Uno scenario che ha suscitato il no di Confindustria. «Le imprese sono estremamente preoccupate», sono le prime parole del comunicato messo a punto ieri. «Contiene una serie di previsioni e di automatismi che, se confermati, avrebbero un impatto di grande rilievo sui requisiti patrimoniali delle banche, imponendo nuovi e onerosi accantonamenti, e anche sul mondo delle imprese con una ulteriore, ingiustificata, stretta nell'offerta di credito».

La proposta della Bce è stata pubblicata in consultazione il 4 ottobre, i tempi si chiuderanno a dicembre per entrare in vigore a gennaio. L’appendice alle linee guida prevede che dal primo gennaio le svalutazioni diventeranno automatiche: dopo sette anni un credito deteriorato garantito sarà azzerato (nonostante la garanzia); per un credito non garantito basteranno solo due anni di permanenza alla voce Npl per chiedere accantonamenti integrali.

«Si tratta dell’ennesimo intervento che modifica significativamente - senza che ci siano analisi di impatto e argomentazioni solide che lo giustifichino - disposizioni già esistenti», continua Confindustria. Con l’effetto «non solo di spiazzare le banche e i loro piani industriali a medio e lungo termine, ma anche di penalizzare i risparmiatori azionisti delle banche e, soprattutto, di restringere i canali di finanziamento delle imprese, in particolare di quelle piccole e medie, incidendo sulla crescita e sul livello di occupazione in tutta Europa».

Per Confindustria «una scelta che appare incomprensibile, dato che nelle attuali regole ci sono tutti i meccanismi necessari ad assicurare adeguata copertura dei crediti deteriorati, e che le disposizioni in consultazione rappresenterebbero una misura prociclica, in netta contraddizione con la politica monetaria espansiva ed anticiclica della stessa Bce».

Ciò appare «irragionevole - sottolinea il testo - in questo momento storico, specie se si considera che siamo all’inizio di una fase di ripresa e che con simili interventi si rischia di ridurre e depotenziare gli effetti positivi che si sono realizzati nell’economia reale e che è necessario continuare a stimolare con ulteriori interventi di politica economica». Sulla base di queste considerazioni «Confindustria intende agire, anche in sede europea, non solo per contestare l’impostazione e la tempistica delle nuove linee guida sugli Npl, ma più in generale per ribadire ai regolatori che occorre coerenza nelle linee di politica economica e quelle della politica monetaria che devono essere anticicliche ed espansive e non invece antitetiche, così da assicurare l’indispensabile equilibrio tra le azioni volte a perseguire la stabilità del settore finanziario e quelle mirate a stimolare competitività e crescita».

Il governo, ha detto Patuelli « è stato attenzionato» sulle conseguenze negative delle nuove norme Bce ma, ha aggiunto, per avere risultati, serve un «concerto europeo» di varie istituzioni.

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