Il pressing per approvare lo ius soli in Senato è fortissimo. L’iniziativa di Luigi Manconi con relativo sciopero della fame ha fatto e continua a fare proseliti (Rosy Bindi è solo l’ultima in ordine di tempo ad aver aderito) ma nel frattempo l’ala dura di Ap tiene il punto. E il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi nega aperture nei confronti di un eventuale voto di fiducia. Dunque sul provvedimento (già approvato dalla Camera) per dare la cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia aleggia ancora un grande punto interrogativo.
Eventuale fiducia
Ieri aveva ripreso quota l’ipotesi di un voto di fiducia sul provvedimento viste le aperture registrate in alcuni settori di Alternativa popolare. A mostrarsi aperturista, in particolare, la senatrice centrista Simona Vicari. Ma oggi la doccia fredda arriva da un dirigente di rango del partito di Alfano: Maurizio Lupi. «Leggo di nuove e fantasiose ipotesi di manovre parlamentari per giungere all’approvazione dello Ius soli - commenta Lupi -. Ribadisco quanto Ap ha sempre sostenuto: la cittadinanza non è l’inizio ma il termine di un percorso, per la quale ai figli di cittadini stranieri non basta la nascita, ma è il compimento di un percorso che prevede l’apprendimento della lingua e della nostra cultura con i valori costituzionali ad essa connessi». Il messaggio è dunque il seguente: il sì di Ap non ci sarà finché il testo non sarà cambiato.
Il soccorso di Ala
Nel forcing in corso per trovare i voti in Senato si inserisce la disponibilità data dal capogruppo di Ala in Senato Lucio Barani ad approvare lo ius soli. Sul piatto ci sono, secondo Barani, 10 voti dei 14 del gruppo verdiniano. Voti che però non bastano a sostituire i 24 senatori del gruppo centrista. È vero che in Ap potrebbe alla fine esserci un piccolo manipolo di senatori favorevoli. Ma all’appello potrebbero mancare una decina di voti o forse anche più al governo. Ed è noto che il premier Paolo Gentiloni è del tutto contrario ad un’azione di forza: quindi nessuna fiducia se prima il voto non è blindato dal punto di vista numerico.
Le modifiche
A questo punto, lo sbocco più verosimile è quello di apportare le modifiche chieste da Ap e poi affrontare un nuovo passaggio alla Camera, sempre che ci sia il tempo per questo tipo di percorso. Per Ap la cittadinanza ai migranti deve essere frutto non di uno ius soli ma di uno ius culturae. Come spiega Lupi «la cittadinanza non è l’inizio ma il termine di un percorso, per il quale ai figli di cittadini stranieri non basta la nascita, ma prevede l’apprendimento della lingua e della nostra cultura con i valori costituzionali ad essa connessi. La legge in discussione al Senato non dice questo, o lo dice solo in una parte, quella sullo Ius culturae. Noi vogliamo inoltre che in questo percorso sia coinvolta la famiglia, che deve sottoscrivere l’adesione ai valori della Costituzione e richiedere espressamente la cittadinanza per il figlio nato in Italia.
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