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Cambiamenti climatici: investire nell’agricoltura sostenibile

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CONVEGNO A ROMA DEL CNR

Cambiamenti climatici: investire nell’agricoltura sostenibile

Nel 2015 la popolazione mondiale raggiungerà i 9,5 miliardi e sarà necessario aumentare del 70% la produzione di cibo. Che richiederà un fabbisogno di energia superiore del 37% rispetto a quello attuale e il 55% di acqua in più consumata. Un quadro che contrasta con la progressiva desertificazione per effetto dei cambiamenti climatici, con una perdita globale di reddito stimata intorno ai 50 miliardi di euro annui. Mentre si prevede entro il 2050 un calo della produzione agricola del 30% in Africa e del 21% in Asia . È la grande questione del mondo contemporaneo che è stata al centro del convegno «Clima, agricoltura , migrazioni» organizzato dal Cnr all’Accademia dei Lincei a Roma e al quale ha partecipato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Inguscio (Cnr): rischio desertificazione per i paesi del Mediterraneo
La siccità prolungata sta mettendo a rischio l’agricoltura soprattutto nei paesi più poveri e rende sempre più urgente interventi per puntare a uno sviluppo sostenibile in grado di garantire cibo sufficiente, sicurezza alimentare e tutela delle risorse naturali. Questioni legate strettamente alla grande emergenza dei flussi migratori. Dal 2008 - spiega uno studio presentato dal Cnr - una media di 26,4 milioni di persone sono spinte ogni anno a migrare dalle calamità naturali. Circa l’80% dei disastri che negli ultimi dieci anni hanno colpito 1,7 miliardi di persone e che hanno causato perdite economiche di più di 100 miliardi di dollari all’anno, è collegato infatti al clima . «Il rischio desertificazione dei Paesi dell’Unione europea che si affacciano sul Mediterraneo e sono interessati dai fenomeni migratori (Italia, Spagna e Grecia) - ha spiegato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio - è particolarmente preoccupante e richiede urgenti e cospicui interventi e un grande impegno della ricerca scientifica». È infatti affidato a ricercatori e scienziati il compito di monitorare e adottare sistemi di previsione e allarme climatico per consentire così all’agricoltura l’adattamento ai cambiamenti climatici, ma anche - ha aggiunto Inguscio « un’azione di restauro del paesaggio rurale e degli ecosistemi forestali per la salvaguardia delle risorse idriche e , in generale, del capitale naturale».

Da Silva (Fao): rilanciare lo sviluppo rurale
Il ruolo della scienza è dunque strategico per uno sviluppo nel segno della sostenibilità. La fame - ha spiegato il direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva - dopo un rallentamento degli ultimi dieci anni quest’anno ha ripreso la crescita e sono oggi 150 milioni le persone malnutrite. Questo conferma come gli effetti dei cambiamenti climatici, uniti a guerre e conflitti locali, spingano i flussi migratori. I migranti interni pari a oltre 760 milioni vengono per lo più da zone rurali e dunque, per da Silva, per cambiare il futuro bisogna investire sullo sviluppo rurale, su adeguati sistemi produttivi e di conduzione dei terreni puntando su pratiche intelligenti. E soprattutto non bisogna fermarsi alla produzione ma garantire anche le lavorazioni, rilanciando sulla filiera e sull’integrazione tra zone rurali e urbane. L’obiettivo è la produzione sostenibile per un consumo sostenibile. Per il vice presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro la strategia è una sola: puntare sull’innovazione. La necessità di produrre di più, secondo De Castro, obbliga a nuove scelte agronomiche e produttive, a sistemi hi tech indispensabili per garantire più cibo, ma senza rischi per la sicurezza alimentare e per la tutela delle risorse. Una politica che per De Castro di può riassumere nello slogan «intensivizzazione sostenibile».

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