L’Italia continuerà a premere sugli Stati Uniti affinché cambino posizione sugli Accordi sul clima di Parigi. Nella lotta ai cambiamenti climatici, ha spiegato il capo del Governo Paolo Gentiloni, intervenuto in mattinata a Roma a un convegno del Cnr su “Clima, agricoltura e migrazioni” - abbiamo una base, che è l’Accordo di Parigi. Dobbiamo lavorare tutti perchè questo accordo venga rispettato. Premendo anche sui nostri amici degli Stati Uniti perché si convincano dell’importanza di stare in questo accordo, che è stato raggiunto faticosamente. Abbiamo cercato anche nel G7 in Sicilia di spingere in questa direzione, e penso che dobbiamo continuare a farlo».
Gentiloni ha parlato anche di un’altra sfida: quella delle migrazioni. Sfida che continuerà nei prossimi anni. Se così è, non resta che regolare i flussi. «Chi racconta della possibile alternativa di un esaurimento a breve dei fenomeni migratori - ha detto il premier -, racconta una storia che non esiste, basta affacciarsi sul continente africano. La vera sfida non è raccontare l’illusione di una fine di una presunta emergenza, ma è trasformare gradualmente operazioni illegali e criminali in fenomeni controllati, regolati, gestiti e utili alle nostre società».
Regolare i flussi di migranti ha una dimensione globale
«Questo - ha continuato Gentiloni - dobbiamo fare e questo abbiamo proposto con il Migration Compact proposto a livello europeo per l’Africa. E questo cercheremo di portare l’anno prossimo nella discussione sul Global Migration Compact che ci sarà a livello di Nazioni Unite. Quella di un impegno per regolare i flussi migratori è una dimensione necessaria e globale. Guai - ha sottolineato il presidente del Consiglio - ad abbandonarla agli egoismi e ai piccoli sovranismi contrapposti».
Fieri di salvare le vite dei migranti nel Mediterraneo
«Qualche settimana fa - ha detto Gentiloni - il presidente della Commissione europea ha detto che l’Italia sul tema migratorio ha salvato l’onore dell’Europa. E noi siamo abbastanza fieri di questi riconoscimenti. Rivendichiamo il fatto che abbiamo salvato e continuiamo a salvare centinaia di migliaia di vite umane nel Mediterraneo, e contemporaneamente siamo consapevoli della necessità di gestire il fenomeno migratorio in modo strutturato, equilibrato, moltiplicando gli sforzi per sottrarne la gestione ai trafficanti di morte».
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