Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato e promulgato la legge che modifica il codice antimafia. Allo stesso tempo però il capo dello Stato ha scritto al premier Paolo Gentiloni per segnalargli dei «profili critici» del provvedimento nonchè per sottolineare la necessità che «il Governo proceda a un attento monitoraggio degli effetti applicativi della disciplina». Nella lettera al premier il presidente premette di aver «promulgato la legge non ritenendo che vi fossero evidenti profili critici di legittimità costituzionale».
In sostanza, dalla lettera di Mattarella a Gentiloni, si evince che il Presidente della Repubblica ha segnalato al Governo che l’articolo 31 della nuova legge, nel modificare la disciplina della cosidetta confisca allargata in caso di condanna penale definitiva non ha riportato alcune ipotesi di gravi reati che erano state inserite nell’ottobre del 2016 dal decreto legislativo n. 202, attuativo di una specifica direttiva dell’Unione europea.
Il capo dello Stato nella lettera al premier segnala al Governo - trattandosi di gravi ipotesi di reato quali i delitti commessi con finalità di terrorismo internazionale, l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di falso in monete e banconote, la corruzione tra privati; l’indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento ed alcuni reati informatici - l’opportunità di rimediare a tale omissione per assicurare la conformazione del nostro ordinamento agli obblighi Uei oltreché una piena efficacia dell'azione repressiva in caso di condanna per tali reati.
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