Con il timing deciso ieri dalla commissione bilancio del Senato, inizia a delinearsi il calendario che deve portare al via libera definitivo della manovra 2018 entro il 31 dicembre prossimo. Come l’anno scorso, il disegno di legge di Bilancio (approvato dal Consiglio dei ministri lunedì scorso) sarà accompagnato da un decreto-legge fiscale (con le coperture per la manovra) che ha visto il via libera dal governo già lo scorso venerdì ed è stato pubblicato in gazzetta ufficiale lunedì.
Prima l’ok alla legge elettorale
Prima di iniziare la sessione di bilancio al Senato, però, c’è da dare priorità alla approvazione definitiva della nuova legge elettorale (dopo l’ok della Camera dato il 12 ottobre) che dovrebbe arrivare la settimana prossima (forse già il 25 ottobre). Risolto questo capitolo, l’appuntamento è stato già fissato martedì prossimo quando il Dl fiscale verrà incardinato a Palazzo Madama. Sempre la prossima settimana (probabile dopo l’ok alle legge elettorale) è atteso l’incardinamento del disegno di legge di Bilancio.
Gli emendamenti
In base al calendario deciso, gli emendamenti al Dl fiscale dovranno essere presentati in commissione Bilancio al Senato entro il 31 ottobre (ore 16) mentre le audizioni (anche per il Ddl Bilancio) si terranno il 30 e 31 ottobre. Poi ci sarà la pausa lunga dei lavori parlamentari, dalla festività del 1° novembre fino a domenica 5 (data delle regionali siciliane), e dal 7 novembre dovranno essere formalizzati gli emendamenti al Ddl Bilancio.
L’ok del Senato
Dopo il 7 novembre entrerà a pieno regime la sessione di bilancio. Il Dl fiscale dovrà essere approvato dal Parlamento (Senato e Camera nello stesso testo) entro il 15 dicembre, pena la decadenza. Per quel che riguarda invece il Ddl Bilancio, il testo viene di solito approvato dal ramo del Parlamento dove viene depositato per primo, dopo circa un mese dalla presentazione. Quindi Palazzo Madama potrebbe dare l’ok, con le modifiche approvate dai senatori, nella settimana tra il 20 e il 25 novembre.
L’ok della Camera
Poi il testo giunge alla Camera, dove i deputati (di prassi anche qui entro circa un mese) approvano le loro modifiche al testo arrivato dal Senato. Montecitorio potrebbe dare l’ok entro il 19 dicembre. A questo punto il Ddl così modificato ritornerebbe al Senato per ricevere l’ok definitivo (senza modifiche rispetto alla Camera) prima della pausa di Natale. La manovra quindi diventa legge e entra in vigore il 1° gennaio 2018.
Il nodo delle elezioni siciliane
Questo calendario parlamentare è ovviamente al netto di imprevisti: l’anno scorso, per esempio, il terremoto politico seguito all’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre ha portato una accelerazione, con il Senato che ha dato il via libera definitivo al Ddl Bilancio il 7 dicembre, senza apportare modifiche rispetto al testo approvato il 28 novembre dalla Camera (dove era stato incardinato dopo il varo del Consiglio dei ministri). Tutto da verificare l’impatto che avrà sull’attuale sessione di bilancio l’esito delle regionali siciliane.
“Abbiamo appena ricevuto il documento italiano e lo esamineremo”
Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici
Il giudizio della Ue
In parallelo all’iter parlamentare, si inserisce il giudizio della Ue sulla manovra 2018. Il governo ha già inviato lunedì scorso a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, il testo che contiene le tabelle e riassume gli obiettivi della legge di bilancio. «Abbiamo appena ricevuto il documento italiano e lo esamineremo», ha detto oggi il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. La Commissione Ue ha tempo fino al 30 novembre per esprimere il suo parere sulla legge di Bilancio italiana, per verificare l’aderenza agli impegni presi sul fronte dei vincoli di finanza pubblica. Una valutazione, quella dell’esecutivo comunitario, che potrebbe influenzare le modifiche che le Camere apporteranno alla manovra durante l’iter parlamentare. Tuttavia, come l’anno scorso, Bruxelles potrebbe limitarsi a dare solo un primo parere entro fine novembre, per poi dare un giudizio definitivo sulla manovra nella primavera 2018.
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