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Nel 2015 e nel 2016 le concessioni di cittadinanza hanno superato gli sbarchi

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L’INDAGINE DELL’ISMU

Nel 2015 e nel 2016 le concessioni di cittadinanza hanno superato gli sbarchi

È la fotografia di un sorpasso. Un sorpasso che racconta una maggiore integrazione tra l’Italia, paese di approdo, e chi arriva in cerca di un futuro migliore. Nel 2015 e nel 2016 le persone che hanno ottenuto la cittadinanza in Italia hanno superato quelle che sono sbarcate sulle sue coste. A scattare questa immagine è un’indagine, pubblicata oggi dalla Fondazione Ismu, che ha messo insieme i dati forniti da Unhcr, ministero dell’Interno e Istat .

Nel 2015 e nel 2016 il sorpasso
Migranti “sbarcati” e stranieri acquisiti alla cittadinanza italiana. Anni 2002-2016

Dall’indagine viene fuori anche un altro elemento: dal 2013 le concessioni della cittadinanza da parte delle autorità italiane sono fortemente aumentate. È un trend in controtendenza rispetto a quanto accade negli altri paesi della Ue, dove le concessioni di cittadinanza stanno invece diminuendo. Nel 2016 la maggioranza assoluta delle acquisizioni di cittadinanza ha riguardato minori di 30 anni.

Nel 2015 e nel 2016 più le acquisizioni di cittadinanza superano gli sbarchi
Stando al report, dunque, nel 2015 e 2016 il numero di acquisti alla cittadinanza italiana ha superato rispettivamente di 24mila e 20mila unità quello degli sbarcati negli stessi anni. Più in generale, prendendo in considerazione questa volta solo i dati Istat viene fuori che le acquisizioni di cittadinanza italiane sono aumentate velocemente nell’arco degli ultimi dieci anni: da 35mila durante il 2006 si è passati a 101mila nel 2013, 130mila nel 2014, 178mila nel 2015, per raggiungere il numero di 202mila nel 2016. Nel 2006 le acquisizioni erano state poco più di un sesto di quante concesse nel 2016; e quindici anni fa, nel 2002, erano appena 12mila.

Italia al primo posto in Europa per numero di acquisizioni di cittadinanza
Dal focus emerge anche che l’Italia è al primo posto per numero di cittadinanze concesse durante il 2015 (è ultimo anno in riferimento al quale è possibile effettuare un confronto tra i paesi europei, sulla base dei dati Eurostat). Allora erano 178.035. Seguono Regno Unito con 118mila cittadinanze concesse, Spagna e Francia con 114mila, Germania con 110mila, Svezia con 49mila, Belgio e Paesi Bassi con 27-28mila. Nel complesso le cittadinanze che sono state concesse nell’ambito della Ue a 28 sono state 841.246.

Italia prima in Europa per numero di acquisizioni di cittadinanza
Acquisizioni di cittadinanza nei Paesi dell'Unione Europea. Anni 2013-2015

Negli ultimi 10 anni i nuovi italiani sono quasi un milione
Dal 2007 al 2016 le acquisizioni di cittadinanza in Italia sono state 956mila. Oltre ai 5 milioni di stranieri residenti al 1° gennaio 2017 (ultimo dato Istat), la Fondazione Ismu stima sul territorio nazionale anche la presenza di quasi un milione di italiani ex stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana nell’ultimo decennio, per un totale di “residenti stranieri o con un recente passato con cittadinanza non italiana” che sfiora i 6 milioni.

Tra i neo-italiani i più numerosi sono albanesi e marocchini
Tra le principali nazionalità extracomunitarie di origine degli acquisiti alla cittadinanza italiana durante il 2016 si confermano ai primi posti in senso assoluto albanesi e marocchini, rispettivamente con 37mila e 35mila neo-italiani. Entrambi i collettivi (dalla storica presenza in Italia) hanno un tasso annuo di acquisizione di 81-82 naturalizzati ogni mille residenti, un valore doppio rispetto alla media fra tutte le nazionalità.

La rincorsa della comunità brasiliana
A presentare invece il più alto tasso di acquisizione alla cittadinanza italiana è la comunità brasiliana (quasi 6mila acquisiti, per un tasso del 130 per mille rispetto al numero di residenti). La Fondazione Ismu nota invece come non siano presenti tra i principali dieci gruppi extracomunitari per acquisizioni di cittadinanza in Italia durante il 2016 i collettivi asiatici cinesi e filippini, pur essendo molto numerosi dal punto di vista della popolazione residente (sono più restii a questo passaggio di status anche perché non è per loro giuridicamente ammessa la possibilità della doppia cittadinanza). Così come non è tra i primi dieci il gruppo ucraino, molto connotato al femminile, spesso composto da single e da persone in età più avanzata, giunte da poco in Italia per lavorare nel campo dell’assistenza domiciliare e legate all'idea di tornare presto in patria.

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