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Legge elettorale, la Commissione del Senato approva il Rosatellum 2.0

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Mdp, M5s e Si ABBANDONANO I LAVORI

Legge elettorale, la Commissione del Senato approva il Rosatellum 2.0

L’Aula del Senato (Ansa)
L’Aula del Senato (Ansa)

La Commissione affari costituzionali del Senato ha approvato il Rosatellum 2.0 dando il mandato al relatore, il presidente Salvatore Torrisi. Dopo l’uscita dei senatori di Mdp, M5s e Si tutti i loro emendamenti sono decaduti e la seduta si è conclusa rapidamente. Domani alle 11 è prevista la seduta dell’Aula del Senato. Il primo voto sarà nel pomeriggio, sulle pregiudiziali.

La decisione di Mdp-M5S e Si: abbandoniamo la Commissione
Le minoranze che si oppongono alla nuova legge elettorale, il Rosatellum 2.0 - Mdp, M5s e Si - hanno abbandonato i lavori per protesta contro la blindatura del testo da parte della maggioranza che lo sostiene. «È impensabile che affrontiamo l’Aula senza ricorrere alla fiducia quando ci sono decine di voti segreti», aveva detto qualche minuto prima il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti.

Non decolla il dialogo tra Pd e Mdp
Non decolla dunque il dialogo fra Pd e Mdp. Da una parte l’apertura di Roberto Speranza («Vediamoci per riannodare il filo») con la richiesta di cambiare la legge elettorale (preferenze o aumento dei collegi uninominali e voto disgiunto), dall’altra il segretario del Pd Matteo Renzi che precisa: «se è un’apertura seria, discutiamo», ma il «Rosatellum non si può cambiare» («Mettere in discussione la legge elettorale oggi è molto difficile, perché sembra voler ripartire daccapo, azzerare tutto»).

La proposta era per un incontro già questa mattina, ma le posizioni restano molto distanti. E le prove di dialogo, incoraggiate a più voci da franceschiniani e minoranza Pd, sembrano infrangersi.

Ipotesi 48 voti segreti, le fiducie potrebbero essere cinque
Scaduto il termine per gli emendamenti (oggi alle 13), dalla commissione Affari costituzionali di palazzo Madama, sulla base delle richieste di modifica presentate, era trapelata una prima stima di circa 48 voti segreti sul “Rosatellum bis”, che potrebbero costringere la maggioranza a garantire la tenuta in ben cinque voti di fiducia per blindare il testo.

Zanda: i rapporti si possono riannodare
Nonostante a favore della riforma elettorale si sono schierati oltre a Pd e Ap anche FI e Lega (che al momento del voto di fiducia usciranno dall’Aula facendo attenzione a non far mancare il numero legale, per poi votare sì al momento del voto finale), l’avvicinarsi della fiducia continua alimenta dunque l’attrito tra Pd e Mdp, nonostante i tentativi di mantenere ua linea di dialogo. Per il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda, «davanti al gravissimo pericolo della avanzata delle destre in Europa, il filo dei rapporti tra Pd e Mdp si può e si deve ancora riannodare. Naturalmente, Speranza sa bene che agli sgoccioli della legislatura e in piena discussione della legge di bilancio, la legge elettorale non può essere più modificata».

Orlando: subito incontro
Il ministro Andrea Orlando, alla guida della minoranza Pd, ha chiesto al Pd «di dare immediata disponibilità al confronto, fissando sin dalle prossime ore un incontro dei vertici dei nostri gruppi con quelli di Mdp». A tifare per l’incontro anche l'esponente di Campo Progressista Bruno Tabacci, per evitare « di restituire a Berlusconi il potere di dare le carte».

Schifani: il Rosatellum non si tocca
Per il senatore di Fi Renato Schifani «cambiare il Rosatellum a pochi mesi dalla fine della legislatura e dopo il via libera già arrivato dalla Camera significa lasciare il Paese senza legge elettorale. Se il Pd e il Mdp, dopo essersi insultati per mesi, vogliono costruire una coalizione insieme sono liberi di farlo, ma mettere mano alla legge elettorale, già frutto di un accordo delicato fra maggioranza e opposizione, rischia di avere conseguenze gravi per l'Italia».

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