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Bankitalia, scontro a distanza Renzi-Boldrini sulla mozione del Pd

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fiducia in vista al senato

Bankitalia, scontro a distanza Renzi-Boldrini sulla mozione del Pd

Il segretario del Pd Matteo Renzi
Il segretario del Pd Matteo Renzi

Sulla mozione del Pd approvata dalla Camera è scontro a distanza fra il segretario del Pd Matteo Renzi e la presidente della Camera Boldrini. «Io quella mozione su Bankitalia non l’avrei giudicata ammissibile se fossi stato il presidente della Camera, che non sono», ha detto il segretario del Pd ospite di “1/2h in più”. «Nella mozione Pd c’è un giudizio sul passato, ma per il futuro sceglierà Gentiloni. Io non ho nomi. Ho un profilo: vorrei che chiunque fosse scelto sia il migliore o la migliore possibile», ha detto il segretario del Pd. «Volete nominare Visco? Fatelo. Volete nominare un altro? Fatelo. Ma il giudizio su quanto accaduto - ha affermato - deve essere il più laico possibile». Ha detto di rivendicare «sia nel merito che nel metodo» quanto fatto con la mozione Pd su Bankitalia.

La replica di Boldrini: Renzi confonde regole parlamentari
Nel tardo pomeriggio la secca replica di Laura Boldrini: «Il segretario del Pd continua a confondere regole parlamentari e scelte politiche, scaricando sulla Presidenza della Camera responsabilità che appartengono invece ai gruppi politici e a chi li guida». La presidente della Camera ha detto che «non c’era infatti alcuna ragione regolamentare per giudicare inammissibili le mozioni sulla Banca d’Italia, a partire da quella presentata dal Movimento Cinque Stelle».

Proprio sul tema mozioni il Sole 24 Ore.com ha anche pubblicato la risposta del professor Paolo Armaroli («Bankitalia, quelle mozioni inammissibili. Ecco perché») all’intervento della presidente della Camera sulla prima pagina del quotidiano di oggi («Mozioni ammissibili, legittimo votare») nel quale Laura Boldrini rispondeva alle argomentazioni del professore sull'ammissibilità delle mozioni contenute in un articolo del 21 ottobre («Una mozione non può depotenziare i poteri del Colle»).

Mozione preparata dal Pd
«Gentiloni ed io l’abbiamo saputo più o meno nello stesso momento» della mozione Pd su Bankitalia, ha detto Renzi nel corso della trasmissione televisiva. «L’ha preparata il gruppo Pd». È evidente, ha affermato ancora, «che il governo sapesse il contenuto della mozione al punto che su alcuni passaggi, come la discontinuità, non era d'accordo, Gentiloni mi ha chiamato e l'abbiamo cambiata». «Che ci fosse una mozione era noto a tutti, che il contenuto fosse troppo duro me l'ha detto Gentiloni per chiedermi di cambiarlo. Io ero in treno».

Uso la clava perché non ho paura di dire la verità
«Perché ho usato la clava sulla questione delle banche? Perché sono una persona libera, non ho paura di dire la verità, e non ne posso più di questo atteggiamento mistificatorio di chi vuol far credere che il problema dell'Italia sia una banchetta. Su questo tema noi non abbiamo scheletri nell'armadio. E su Banca Etruria non c'è stato alcun favoritismo. Mi dica un solo caso, anche della banca di Vattelappesca, in cui io abbia scelto, non dico l'amministratore delegato, ma anche un consigliere di amministrazione». Su questo tema, ha detto ancora Renzi, «qualcuno indica la luna dei soldi portati via agli italiani, qualcuno guarda il dito. Si è fatto credere in questi anni che tutti i problemi delle banche fossero derivati dalla politica e io ne ho subito le conseguenze. Ma noi siamo dovuti intervenire per i disastri fatti da manager superpagati, per rimediare ai pasticci di chi, come il governo Monti, non ha messo in sicurezza le banche quando le regole europee lo permettevano. Io mi emoziono quando vado in una comunità di recupero o in un centro sociale, non nel santuario di Bankitalia come sembrano emozionarsi alcuni miei colleghi; quando incontro
la gente e non il governatore».

Sulla fiducia decide Gentiloni
La fiducia sulla legge elettorale? «Come alla Camera lo ha deciso il presidente del Consiglio sulla base delle valutazioni dei capigruppo, così avverrà al Senato. Io rispetto le regole», ha detto il segretario del Pd. La valutazione sarà fatta lunedì alla luce del faldone di emendamenti presentati. Ipotesi che è quasi una certezza viste le quattro richieste di voto segreto depositate al Senato, ma sulla quale aleggia il rischio che Mdp voti contro la fiducia al governo.

Il Rosatellum non può cambiare
È possibile inserire le preferenze nel Rosatellum come chiede da Mdp Roberto Speranza? «Io sono un pasdaran delle preferenze tant'è che erano nell'Italicum ma si è fatto un accordo con i partiti anche di opposizione per la legge Rosato. Alla luce di questo penso che mettere in discussione la legge elettorale oggi sia molto difficile, perché sembra voler ripartire d'accapo, azzerare tutto», ha detto il segretario del Pd.

«Speranza è segretario del partito che si è scisso da noi a marzo. Voglio guardare il bicchiere mezzo pieno, l'aspetto positivo. Se è un'apertura seria, e sono convinto possa esserlo, discutiamone. Ma discutiamo sulle cose concrete, come il 2,9% sul deficit, gli 80 euro. Siamo pronti a incontrare tutti - ha detto - faremo la conferenza programmatica a Napoli».

Nella prossima legislatura chiederemo flessibilità bis
«Nella prossima legislatura - ha detto Renzi - penso che l'Italia debba proporre una flessibilità bis. La stessa richiesta del 2014 deve essere rimodulata con il pacchetto “Back to Maastricht”, cioè tornare a Maastricht. Anche sulla flessibilità ci dicevano che non ce l'avremmo fatta e invece ce l'abbiamo fatta».

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