L’Arabia Saudita ha un ruolo di primo piano nella stabilizzazione politica del Mediterraneo. Una stabilizzazione che, a sua volta, influisce in maniera diretta sulle migrazioni dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa. Dopo l’India, il premier Paolo Gentiloni fatto tappa a Riad. «I rapporti con l’Arabia - ha sottolineato - sono importanti per i nostri interessi nazionali e per la stabilità del Mediterraneo e della Libia. Dell’Arabia - ha aggiunto il presidente del Consiglio - ho apprezzato moderazione che ha avuto sulla vicenda libica. Guardiamo con interesse all’incontro organizzato tra le opposizioni siriane per un contesto nuovo e ci auguriamo che i tentativi in corso dall’amministrazione Usa e dal Kuwait per evitare tensioni nel golfo funzionino». Il premier italiano ha incontrato insieme con Alessandro Profumo (Leonardo), Claudio De Scalzi (Eni) e Giuseppe Bono (Finmeccanica) il principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed.
Quanto poi all’incontro a cui ha fatto riferimento il Presidente del Consiglio, è quello in agenda il 10 novembre, quando le opposizioni siriane in esilio terranno una conferenza proprio a Riad per decidere l’atteggiamento da seguire al prossimo round di colloqui, mediati dall'Onu, con il governo siriano (previsti il 28 novembre). Dopo l’Arabia Saudita Gentiloni volerà negli Emirati Arabi Uniti e Qatar.
Ius soli-fine vita dopo manovra?Ci lavoriamo
In Arabia Saudita il capo del Governo ha anche affrontato temi di politica interna. A chi gli chiedeva se dopo la manovra sarà possibile approvare le leggi sullo ius soli e il biotestamento,Gentiloni ha risposto: «Che sia possibile lo vedremo, che noi ci lavoriamo è sicuro». Quanto poi alla legge di Bilancio, ha ricordato che «è un passaggio importante, abbiamo una legge di bilancio equilibrata che accompagna un percorso di crescita sia pure con i limiti che conosciamo ma che non grava sulle famiglie e le imprese e va nella direzione giusta. Sono convinto che la percezione sia condivisa dal Parlamento nell’ambito della dialettica parlamentare. I numeri sono necessari e ci saranno. L’auspicio - ha concluso Gentiloni - è di tenere d’occhio l’interesse generale del paese».
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