Nelle vicende delle due banche venete «è emerso un ecosistema collusivo volto a occultare in maniera sistematica e fraudolenta informazioni al mercato e alle stesse autorità di vigilanza». Lo afferma il direttore generale Consob, Angelo Apponi, in audizione alla Commissione d'inchiesta sulle banche, rivelando che la commissione per le società e la borsa ha in corso «procedimenti sanzionatori nei confronti delle società di revisione» delle banche venete.
Secondo il dg «dalla circostanza che le azioni delle due banche fossero diffuse fra il pubblico ma non quotate, ne è derivata una significativa attenuazione dei poteri di vigilanza della Consob in materia di informativa contabile e corporale governance, rispetto a quelli disponibili per le società quotate». Il dirigente della Consob ha ripercorso le varie tappe della vigilanza della Consob sulle due banche, che è culminata nelle sanzioni irrogate quest'anno per 9,1 milioni agli ex amministratori della Vicenza e per 5,6 milioni a quelli di Veneto Banca in merito agli aumenti di capitale del 2014.
Impressionante rappresentazione scenario non reale
Per le banche venete il collocamento di emissioni presso la clientela «era una questione di sopravvivenza», spiega il direttore generale della Consob Angelo Apponi davanti alla Commissione d'inchiesta sulle banche ed è «impressionante come tutto il complesso di queste banche fosse volto a rappresentare una situazione non reale per spingere questi prodotti». Secondo Apponi, i management delle due banche dopo le prime ispezioni Consob del 2012 hanno continuato a comportarsi nello stesso modo «nella speranza dell'impunità o della lievitò della sanzione».
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