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In 5 anni quintuplicati i richiedenti asilo accolti nelle strutture di…

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+44% DOMANDE PROTEZIONE in 2017

In 5 anni quintuplicati i richiedenti asilo accolti nelle strutture di accoglienza

Negli ultimi 5 anni, il numero dei migranti accolti dalla rete Sprar (il sistema del ministero dell'Interno che gestisce i progetti di accoglienza a livello locale) è quintuplicato: siamo passati dalle 7.823 persone del 2012 alle 34.039 del 2016. Nel complesso, il numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza è cresciuto costantemente, passando dalle 16.844 presenze del 2012 alle 188.084 nel 2016 (+1.017%). Solo nei primi sei mesi di quest’anno le richieste di asilo in Italia sono aumentate del 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono state esaminate 41.379 domande, circa 4,3 su 10 hanno avuto esito positivo, con il riconoscimento dello status di rifugiato nel 9% dei casi, della protezione sussidiaria nel 9,8% e del permesso per motivi umanitari nel 24,5%. Per il 51,7% l’esame della richiesta si è concluso con un diniego. È quanto emerge dal Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017 realizzato da Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio Centrale dello Sprar, in collaborazione con Unhcr e presentato oggi a Roma.

In tutto 3.231 Comuni italiani, il 40% del totale, accolgono richiedenti asilo
L’indagine fotografa il sistema di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in Italia. Nelle strutture italiane sono ospitati in tutto 205 mila migranti al 15 luglio 2017. Continua a crescere il numero dei Comuni interessati all’accoglienza, che sono ormai il 40% del totale (3.231), e crescono i posti Sprar che, da 26 mila, a fine anno potrebbero diventare 35 mila. Nel 2016, a fronte di poco più di 41mila migranti rintracciati in posizione irregolare, i rimpatri sono stati oltre 5.800 (erano 5.500 nel 2015).

DECISIONE SULLE DOMANDE DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE ESAMINATE
Valori in percentuale. (Fonte: Cittalia su dati della Commissione Nazionale)

Eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza Nell’accoglienza, mette in evidenza il report, «rimangono ancora criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero sia di strutture dedicate alla prima
accoglienza che di posti nello Sprar, nonché alle difficoltà dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile».

In due anni i richiedenti asilo nei Cas sono aumentati del 286,5%
Al 15 luglio 2017 i migranti presenti nelle varie strutture di accoglienza erano 205mila (mentre a fine 2016 risultavano oltre 188.000). I Centri di accoglienza straordinaria (Cas) rimangono quelli più utilizzati: 158.607 persone accolte e assistite. Segue il sistema dello Sprar: le presenze erano 31.313. Al terzo posto i centri di prima accoglienza: 15mila persone. Un dato rende l’idea della tendenza attuale: dal 2014 al 2016, quindi in appena due anni, la presenza di richiedenti asilo nei Cas è aumentata del 286,5% mentre lo Sprar ha registrato un incremento di circa il 50 per cento. Le Regioni più coinvolte nell’accoglienza sono Lombardia (13,2%), Campania (9,3%), Lazio (8,7%), Piemonte e Veneto (entrambe 7,3%) e Puglia (7%.

I PRIMI 10 PAESI DI ORIGINE DEI RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE
Anno 2017. Valori assoluti. (Fonte: elab. Cittalia su dati della Commissione Nazionale)

Coinvolti 4 comuni su 10: Toscana ed Emilia Romagna le più impegnate
Il sistema di accoglienza comprende il 40,5% dei Comuni italiani (3.231), un terzo dei quali è situato in Lombardia (20,3%) e Piemonte (10,8%). L’incidenza più elevata tra Comuni coinvolti nell’accoglienza e Comuni esistenti nella regione riguarda tuttavia la Toscana (sul totale dei comuni toscani ben l’83% accoglie richiedenti asilo) e l’Emilia Romagna (78,1%) mentre i valori più bassi sono relativi a Sardegna (17,8%), Abruzzo (19,3%) e Valle d’Aosta (20,3%).

Nel 2016 il 29,5% ha deciso di abbandonare l’accoglienza
Nel corso del 2016 sono uscite dall’accoglienza 12.171 persone di cui il 41,3% per inserimento socio – economico mentre il 29,5% ha abbandonato volontariamente l’accoglienza prima della scadenza dei termini. Tra i servizi erogati prevale l’assistenza sanitaria (20,9%) e la mediazione culturale (17%). Quanto alle strutture utilizzate per l’accoglienza nella rete Sprar, prevalgono gli appartamenti (83,3%) e, a seguire, i centri collettivi (10,3%) e le comunità alloggio (6,6%).

Oltre 12mila minori non accompagnati giunti nei primi sei mesi del 2017
C’è poi l’emergenza dei minori non accompagnati. Nei primi sei mesi di quest’anno sono sbarcati sulle coste dell’Italia 12.239 minori (circa il 4% in più dello stesso periodo dell’anno precedente). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte proviene da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh. Nello stesso periodo di riferimento, le domande di protezione internazionale presentate da minori stranieri non accompagnati sono state 4.500, per il 93% da bambini e ragazzi, quasi interamente (99%) ricompresi nella fascia di età 14-17 anni. Fra minori non accompagnati giunti richiedenti protezione internazionale prevalgono i gambiani, i nigeriani, seguiti dai bengalesi. La maggior parte delle richieste presentate si è tradotta in una proposta di protezione umanitaria (69,1%), il 4,9% nel riconoscimento dello status di rifugiato e il 3,8% nella protezione sussidiaria. I dinieghi sono il 20,4%. La protezione umanitaria è più frequentemente riconosciuta ai minori della fascia 14-17 anni; così come ai minori di 13 anni lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria. Al 30 aprile di quest’anno risultano presenti nel Paese 15.939 minori stranieri non accompagnati, di cui il 26,1% accolti in centri di prima accoglienza e il 65,8% in strutture di seconda accoglienza, per un totale di 1.917 strutture (fonte ministero del Lavoro).

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