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Di Giacomo (Oim): la riduzione dei migranti non è una tendenza…

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IN 4 GIORNI OLTRE 2.500 PERSONE SOCCORSE

Di Giacomo (Oim): la riduzione dei migranti non è una tendenza consolidata

La riduzione dei flussi di migranti registrata dal ministero dell’Interno - al 31 ottobre sono arrivate 111.397 persone, l’anno scorso erano 159.427 - non significa che la tendenza sia consolidata. Tutt’altro. Lo sottolinea Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni in Italia. Pesa la continua incertezza politica della Libia, dove vaste aree sono controllate «da milizie e gruppi di trafficanti spesso rivali tra di loro». E pesa il fatto che «rispetto a qualche mese fa ci sono meno navi di soccorso delle Ong in mare e quindi il rischio di naufragi potrebbe aumentare: facevano un importante lavoro - spiega Di Giacomo -: nel 2016 hanno salvato il 35% delle persone trovate in mare».

In quattro giorni oltre 2.500 persone soccorse in mare
Il quadro che viene fuori dalla testimonianza del rappresentante dell’Oim è dunque quello di un fenomeno lungi dal potersi definire sotto controllo: «Dal 31 ottobre al 3 novembre, quindi in appena quattro giorni sono state soccorse 2.560 persone in mare. Un numero considerevole, in controtendenza rispetto alla diminuzione dei flussi riscontrata negli ultimi tre mesi. La stragrande maggioranza degli oltre 2.500 migranti è partita dalla Libia, solo in minima parte dalla Tunisia. Due in particolare i porti di partenza:Gasr Garabulli e Al Khoms».

Nei centri di detenzione in Libia condizioni disumane
Che cosa sta accadendo? Che cosa è cambiato rispetto a prima? Durante i recenti scontri di Sabrata oltre 17mila persone sono riuscite a scappare dai trafficanti di uomini. «In Libia - sottolinea l’esponente dell’Oim - la situazione è critica. I centri di detenzione gestiti dal governo di Al-Serraj sono ancora caratterizzati da condizioni di trattamento delle persone inaccettabili: noi abbiamo accesso a una ventina di questi centri e la situazione è allarmante. Lavorare per il miglioramento delle condizione dei migranti in Libia è necessario, ma è un'attività che per forza di cose avrà bisogno di tempo per ottenere dei risultati».

Il rappresentante dell’Oim: non è possibile prevedere che cosa accadrà
Più in generale, continua Di Giacomo,«l’instabilità politica della Libia, che persiste, porta inevitabilmente a un punto interogativo sul tema flussi: la situazione è fluida, ovvero cambia di settimana in settimana. Non è possibile prevedere che cosa accadrà nei prossimi mesi, se verrà confermata la tendenza a una diminuzione dellle partenze o se al contrario assisteremo a una crescita delle stesse».

Il dramma delle ragazze provenienti dalla Nigeria
In tutto questo c’è una tragedia nella tragedia. E il naufragio che ha portato al recupero di 26 cadaveri di giovanissime donne nigeriane, portate nei giorni scorsi a Salerno dalla nave spagnola Cantabria con quasi altri 400 immigrati soccorsi in mare, racconta proprio questo: «L’80% delle ragazze che viene dalla Nigeria sono vittime di tratta. Sono destinate alla prostituzione e allo sfruttamento sessuale. Non pagano il viaggio dalla Nigeria, sono accompagnate da una “madame”. Già prima di partire dalla Libia per l’Italia subiscono violenze. Nel 2014 in Italia ne sono giunte 1.500. L’anno scorso erano 11mila», racconta il rappresentante dell’Oim.

In Italia 180mila migranti l’anno: lo 0,3% della popolazione italiana
Sono storie di migranti ma, soprattutto, storie di persone che cercano di raggiungere l’Italia per scappare da un passato fatto di povertà e violenze. Situazioni di grande difficoltà che a volte i numeri riescono a raccontare: «Ogni anno arrivano nel nostro Paese 180mila persone. Sono lo 0,3% circa della popolazione italiana», osserva l’esponente dell’Oim.

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