L’Italia si conferma il Paese delle partite Iva, dei free lance, del lavoro autonomo. Tra il 2008 e il 2015 a fronte di una riduzione netta dell’occupazione complessiva, i professionisti sono cresciuti del 15% e, in quest’ambito, le nuove professioni “indipendenti” sono aumentate di oltre il 50%, collocandosi per la quasi totalità nel commercio, nel turismo e nei servizi. Con un boom al Sud dove sono aumentati del 73%. I numeri emergono da uno studio presentato da Confcommercio nell’incontro sulle «professioni tra rappresentanza e riforme».
Sono più di 1.300.000 i liberi professionisti in Italia, pari a circa il 6% degli occupati complessivi, con un reddito medio pro capite di oltre 38mila euro. È quanto emerge da un’analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio sul ruolo delle nuove professioni nel terziario, che traccia l’identikit delle nuove professioni ed evidenzia come i liberi professionisti, a fronte di una contrazione di tutte le componenti dell'occupazione tra il 2008 e il 2015, siano invece aumentati di quasi il 15%. La maggioranza dei liberi professionisti (983 mila), spiega la ricerca, è iscritta ad albi o ordini, con un reddito medio pro capite di quasi 45mila euro, mentre i professionisti non ordinistici, cioè le nuove professioni (free lance, professionisti indipendenti), sono 344 mila con un reddito medio pro capite di 16.500 euro. Negli ultimi 6 anni sono questi ad aver registrato la maggiore crescita: +51,6% contro il +14,8% dei liberi professionisti e il +5,8% di quelli iscritti agli ordini. «Siamo di fronte ad un bivio - ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli -: o valorizzare queste professionalità facendole crescere o condannarle ad un ruolo residuale, se non si risolvono i problemi strutturali della nostra economia, in particolare l'eccesso di burocrazia e di
pressione fiscale».
A livello geografico il boom si registra in particolare nel Mezzogiorno dove, al calo degli occupati in generale di quasi mezzo milione, tra il 2009 e il 2015 i professionisti indipendenti crescono di quasi il 73%. In questa categoria rientrano le figure regolamentate ma che non hanno ordini come, ad esempio, le guide turistiche, gli amministratori di condominio, i consulenti tributari, gli informatici, i wedding planner, i designer, i grafici, i formatori. I nuovi professionisti si inquadrano per la quasi totalità nei servizi di mercato (97%), svolgono soprattutto attività professionali, scientifiche e tecniche (per il 52,1%), con un reddito medio pro capite di 18mila euro. Guadagna di più chi opera nelle attività di consulenza gestionale (oltre 24mila euro) e nei servizi informatici (oltre 21mila euro). Tra il 2008 e il 2015, le attività che hanno registrato i maggiori tassi di crescita del numero di professionisti sono: istruzione e formazione (+130,4%), sanità e assistenza sociale (+89%), attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+55,7%), attività professionali, scientifiche e tecniche (+44,1%).
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