È la strategia della criminalità organizzata romana: violenze che provocano lesioni non gravissime. Una «tecnica» che consente di ottenere il massimo risultato quanto a intimidazione del territorio, ma anche il minimo rischio giudiziario.
Un aspetto che si ritrova nella brutale testata sferrata da Roberto Spada - fratello di “Romoletto”, boss condannato a 10 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso - al giornalista Daniele Piervincenzi, che ha provocato una prognosi di 30 giorni, per il quale Spada è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria (è accusato di lesioni e violenza privata con l’aggravante dell’articolo 7 quello relativo al metodo mafioso). Ma anche in svariate aggressioni perpetrate da esponenti della famiglia capitolina di «zingari», i Casamonica.
Gli accertamenti investigativi della Procura di Roma
Il particolare emerge dalle numerose indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Roma e dalla Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di una serie di famiglie che a vario titolo sono state coinvolte in indagini antimafia.
E non è un caso che tra quelle che maggiormente risultano utilizzare questa tecnica ci siano proprio i Camonica, la famiglia di «zingari» nota per il funerale in stile “Padrino” di Vittorio Casamonica, boss deceduto di quel nucleo più volte finito in fatti di mafia ma mai condannato per 416 bis. Stando a diversi procedimenti, risultano essere coinvolti in aggressioni e lesioni personali ma sempre di entità minima, così da rischiare condanne di lieve entità.
Lo stratagemma codice penale alla mano
Basta leggere il codice penale, fa notare un investigatore della Procura capitolina, per comprendere come «per intimidire una persona, ma anche un territorio, sia meglio compiere aggressioni più volte nel tempo ma con danni minori, piuttosto che una sola volta e in modo più violento, rischiando accuse giudiziarie ben più gravi». L’aggressione compiuta da Roberto Spada ai danni del giornalista, potrebbe rientrare proprio in questo modus operandi. Stando al codice, la testata rientra nella fattispecie dell’articolo 582 del codice penale, per il quale non è previsto l’arresto né l’apertura di un procedimento d’ufficio da parte della Procura. Questo perché i danni patiti dal giornalista Piervincenzi sono guaribili in 30 giorni. Qualora invece la prognosi fosse stata di 40 giorni ci sarebbero state le circostanze aggravanti all’articolo 582, che consentono anche l’arresto.
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