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Manovra, al via l’esame degli emendamenti. Decreto fiscale…

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in commissione a palazzo madama

Manovra, al via l’esame degli emendamenti. Decreto fiscale blindato

Si profila un percorso “blindato” alla Camera per il decreto legge fiscale già approvato dal Senato (scade il 15 dicembre), una delle due gambe della manovra all’esame del Parlamento insieme alla legge di bilancio. È quanto è emerso dall'ufficio di presidenza della commissione Bilancio di Montecitorio, che ha intanto anticipato a domani alle 17 il termine per la presentazione dei relativi emendamenti, precedentemente fissato per le 14 di giovedì prossimo. L’opportunità di non correggere il testo approvato la settimana scorsa da Palazzo Madama è tra l’altro motivata dall’approssimarsi delle prime scadenze fiscali previste dal provvedimento (il 7 dicembre sono in pagamento le rate previste dalla rottamazione scadute a luglio e ottobre scorso, già prorogate al 30 novembre).

Al via il voto sugli emendamenti alla manovra
Intanto nel pomeriggio la commissione Bilancio di Palazzo Madama ha iniziato a votare gli oltre 700 emendamenti segnalati dai gruppi, mentre il pacchetto delle modifiche messe a punte dal Governo dovrebbe arrivare entro domani sera. L’appriodo in Aula del provvedimento è stato fissato per il pomeriggio di lunedì 27 novembre.

Allo studio cedolare commerciale e bonus bebè
Gli emendamenti “segnalati” toccano i tempi più disparati: dalla proroga al 2019 dell'Ape sociale, alla cedolare secca al 10% per gli affitti brevi, dalla web tax al bonus bebè. Tra i temi sul tavolo anche la cedolare commerciale, il meccanismo che estende ai negozi il sistema dell'aliquota fissa previsto per gli affitti residenziali a canone concordato. Numerose le proposte pro famiglia, che vanno dal raddoppio delle detrazioni per i nuclei numerosi (dai 4 figli in su), fino a un aumento del fondo per le adozioni internazionali, al riconoscimento della figura dei “caregiver”, i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.

Ap: Gentiloni trovi soluzione sostegno famiglia
In pressing sulle misure a sostegno della famiglia sono soprattutto i centristi di Alternativa popolare (Ap). «Abbiamo sempre ribadito che Ap sul pacchetto a sostegno della famiglia, di cui il rifinanziamento del bonus bebè è un elemento imprescindibile, non farà alcun passo indietro» ha dichiarato Laura Bianconi al termine di una riunione di maggioranza per valutare gli interventi sulla legge di
Bilancio. Se le proposte di Ap «non trovassero spazio - ha avvisato - si aprirebbe una questione politica, che investe i rapporti politici nella stessa maggioranza. Ci rivolgiamo perciò al presidente del Consiglio al quale affidiamo la soluzione di un tema che per Ap è dirimente».

Renzi: «Io favorevole a taglio superticket e bonus bebè»
Alle richieste dei centristi ha risposto oggi il segretario dem Matteo Renzi, che in una intervista registrata per la puntata di “Porta a porta” che andrà in onda stasera si è detto favorevole sia alle misure a dostegno delle famiglie con bambini sia all’abolizione del superticket sui farmaci, una delle priorità della sinistra non Pd. «Superticket? Lo chiede Campo progressista. Fossi da solo non lo farei ma per accordo sono pronto a farmi carico di alcune delle richieste degli altri. Poi sarà il governo a decidere, ma io darò una mano volentieri se serve ai cittadini», ha spiegato Renzi. «Così quando da Ap chiedono di rimettere il bonus bebè giustamente, io son più d'accordo nel rimettere il bonus bebè che non nel tenerlo fuori», ha aggiunto.

Le priorità della manovra
Pensioni, famiglia e probabilmente province saranno i capitoli su cui si concentrerà il restyling della manovra da parte di Palazzo Madama. Ma c'è anche un ampio fronte in Parlamento che preme per travasare nella manovra le norme che cambiano il Codice della strada prevedendo un giro di vite sull'uso dei cellulari in auto. La relatrice Magda Zanoni (Pd) ha chiarito che per i ritocchi sono disponibili (al netto delle coperture per le pensioni) «300 milioni tra Camera e Senato». Ma la dote dovrebbe salire con il ricorso alla web tax. «Il lavoro che sta facendo il Senato sulla web tax è positivo», ha detto il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. Che, a margine della presentazione del libro “The challenge of the digital economy” scritto assieme a Robert Leonardi, ha aggiunto: «occorre però attenzione, perché non vorrei che a pagarla fossero le imprese italiane».

Verso detrazione web tax per imprese italiane
Ma la soluzione all’impasse nato con l’emendamento alla manovra sulla web tax presentato al Senato sarà con ogni probabilità quella di prevedere una detrazione d'imposta per le imprese italiane. Lo ha spiegato il consigliere
economico del Mef, Mauro Marè, partecipando ad un seminario sull'argomento alla Luiss. L’emendamento presentato dal presidente dem della commissione Industria, Massimo Mucchetti, prevede infatti un'imposta al 6% sui ricavi per tutte le aziende digitali, anche per chi ha già stabile organizzazione e paga regolarmente le tasse in Italia. Al momento, sarebbe allo studio una riformulazione con l'obiettivo di garantire la salvaguardia degli interessi nazionali, già pienamente tutelata nella versione depositata con l'esigenza di rispettare ancor meglio i Trattati Ue.

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