Italia

Gentiloni: l’Alleanza Atlantica guardi a Sud o non sarà…

  • Abbonati
  • Accedi
sicurezza

Gentiloni: l’Alleanza Atlantica guardi a Sud o non sarà all’altezza

La sfida alla sicurezza dei paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica viene da Sud. È questo il messaggio che il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha lanciato nell’intervento al seminario del Gruppo speciale sul Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della Nato, oggi alla Camera. «La Nato - ha sottolineato il premier - deve guardare verso il Sud. Se la più grande alleanza militare della storia non lo fa, oggi rischia di ridurre il proprio ruolo alla nostalgia di un contesto diverso e di non essere all'altezza delle sfide contemporanee».

Minniti: finito il potere militare di Daesh ma non la minaccia
Sfide contemporanee che si chiamano fondamentalismo islamico e Daesh. Per Gentiloni occorre «guardare al Mediterraneo come a una nuova sfida per la nostra sicurezza e come una grande opportunità. Assicurare la gestione del rischio nell’area Mediterranea è fondamentale: dalla sicurezza dipendono anche molti fattori per le nostre società». Sulla stessa linea il ministro dell’Interno Marco Minniti. Intervenuto anche lui a Montecitorio, ha messo in evidenza che «è finito il potere militare di Daesh ma non la minaccia». «Il ritorno - ha spiegato - non sarà ordinato. Non siamo davanti a una ritirata strategica ma ad una fuga dal teatro operativo, una diaspora individuale. Dobbiamo guardare alle possibili rotte di ritorno verso Ue e Nordafrica. Quelli che stanno tornando a casa sono una minaccia da non sottovalutare». Contro i “Lupi solitari”, ha concluso il responsabile del Viminale, «dobbiamo essere molto forti sul terreno della prevenzione e della intelligence». E in questo è «cruciale il web, che in questi
anni è stato luogo di radicalizzazione e reclutamento, istruzione ed emulazione».

Il premier: l’Italia è stabile nelle scelte di politica estera
L’incontro a Montecitorio ha fornito l’occasione al capo del Governo italiano di delineare le caratteristiche della politica estera dell’Italia. Un paese, ha spiegato Gentiloni, «molto affidabile dal punto di vista delle grandi scelte internazionali. C’è una vita politica vivace, con cambiamenti di governi e maggioranze, ma non c’è Paese più stabile dell’Italia sulle sue scelte di politica internazionale: un Paese atlantico, europeista, proiettato al dialogo con Mediterraneo, Medio Oriente e Africa. Lo siamo e lo saremo».

Per la gestione dei migranti serve l’impegno di tutti
Tra le sfide che arrivano dal Sud del mondo, quella della gestione dei flussi di migranti. In materia di migranti e di contrasto al traffico di esseri umani «l’Italia si è assunta le propria responsabilità e ha ottenuto dei risultati; ma - ha aggiunto Gentiloni - c’è bisogno di un impegno comune dell’Europa e in genere dei Paesi dell’area, molti dei quali da questo traffico illegale sono colpiti in modo ancora più massiccio dell’Italia».

Il premier: l’Italia ha straordinario bisogno di coesione sociale
«L'Italia ha uno straordinario bisogno di coesione sociale in questo momento perché il Paese si sta riprendendo, finalmente ha ripreso a crescere ma non ha affatto superato le difficoltà sociali, i traumi della crisi, i problemi del lavoro». In occasione dell’appuntamento viterbese, che ha visto il presidente del Consiglio partecipare in prima mattinata alla cerimonia di firma della convenzione del «Bando Periferie» con il Comune, il premier ha sottolineato che l’Italia « ha bisogno anche di un’iniezione di fiducia e migliorare il tessuto urbano è uno dei modi più importanti per curare le ferite immateriali prodotte dalla crisi».

Via alla fase 2 del Bando in 100 città
«Le cicatrici della crisi - ha ricordato il premier a Viterbo - si sono fatte sentire in modo particolare in alcune zone delle nostre città», aree industriali e periferie, e «noi dobbiamo essere consapevoli che questi quartieri sono parte integrante della qualità del nostro tessuto urbano». «Investire lì è un progetto a cui il governo tiene: due anni fa abbiamo varato il bando, approvato 120 progetti con 3,8 miliardi di risorse complessiva tra privato e statale. Oggi a Viterbo - ha ricordato Gentiloni - parte la fase 2 perché con la convenzione che firmiamo comincia la fase che vedrà nuovi accordi con quasi 100 città, progetti già finanziati che io mi auguro di poter visitare, se non tutti, molti».

Il «rammendo» delle periferie
Quello a cui l’esecutivo punta è il «rammendo» delle periferie, i soldi sono stati stanziati e l'auspicio è che i progetti vengano realizzati perché «l'Italia è piena di progetti finanziati ma che poi trovano difficoltà di attuazione». Per Gentiloni «bisogna quindi andare nelle zone che possono essere migliorate, investire nelle potenzialità mettendo insieme pubblico e privato». A Viterbo «si tratta di un progetto interessante che interessa il quadrante Nord della zona del Poggino dove già ci sono già piccole e medie imprese, con un progetto di quasi 22 milioni di cui 17 dallo Stato con ammodernamenti di impianti sportivi, piste ciclabili, parcheggi, scuole e asili nidi ma quello che conta è che l'insieme di interventi, sostenuti anche con i progetti della Regione Lazio che ha indicato Zingaretti, possa produrre negli anni un cambiamento e potenziare le capacità di quest'area».

© Riproduzione riservata