Venerdì in stand by per la commissione Bilancio del Senato, impegnata nell’esame in prima lettura della manovra 2018. Dopo la presentazione, ieri, del primo pacchetto di 18 emendamenti del Governo, l’esame del ddl Bilancio riprenderà domani mattina per poi proseguire per tutto il week-end, con la prospettiva di far slittare l’approdo in Aula da lunedì a martedì o mercoledì prossimi, come richiesto da alcuni gruppi di minoranza. Per adesso però il relatore al disegno di legge in commissione Bilancio al Senato, Marcello Gualdani (Ap) assicura che «saranno rispettati i tempi previsti per l’arrivo in Aula della legge di Bilancio. La Commissione - afferma in una nota - sta lavorando con grande impegno ed in maniera celere per affrontare e risolvere le diverse questioni presenti sul tappeto. Sono quindi fiducioso che rispetteremo i tempi dei lavori d’Aula stabiliti».
Tra gli emendamenti depositati dal Governo non c’è quello su agenzie fiscali
Il pacchetto di emendamenti depositato dal Governo nel corso della mattinata in Commissione - la scadenza era alle 12 - interviene su Anpal, l’aumento della presenza dei Carabinieri nei musei, assunzioni a tempo indeterminato al Sud e la proroga di scadenze di termini di legge. Nuova proroga per un anno, il 2018, al divieto degli incroci proprietari tra Tv e giornali. Manca invece l’accordo sulle agenzie fiscali: l’emendamento del Governo non è stato depositato. «Penso -ha spiegato il presidente della commissione Bilancio del Senato Giorgio Tonini - che non arrivi più. Arriverà, credo, alla Camera».
Tempi lunghi superticket, non escluso rinvio Camera
Si profilano tempi lunghi al Senato anche sull’ipotesi di alleggerimento del superticket, tanto che l’eventuale norma di cui si sta discutendo nel corso dell’esame della manovra potrebbe slittare alla Camera. Secondo quanto si
apprende, la matassa non sarebbe stata ancora sbrogliata, non solo per motivazioni politiche, ma anche per le limitate risorse a disposizione. Il superticket è ancora un argomento «accantonato» nella discussione sulla legge di bilancio e su cui tutte le opzioni rimangono aperte, ha sottolineato la relatrice al testo, Magda Zanoni (Pd), spiegando che l’unica ipotesi esclusa è l’eliminazione totale che avrebbe un costo troppo alto. «Stiamo ragionando in base al costo - ha detto -. Sulla base di quanti soldi avremo a disposizione si troverà la soluzione».
Rifinanziamento Bonus bebè, è giallo sulle cifre stanziate
Intanto provocano attriti tra dem e centristi le cifre stanziate dalla manovra per il rifinanziamento nel prossimo triennio del bonus bebè, il sussidio da 80 euro al mese destinato ai nuovi nati considerato una priorità degli alfaniani. Secondo quanto emerso dalle riunioni di maggioranza di questa mattina, le risorse previste sarebbero di 185 milioni di euro per il 2018 e 200 milioni sia per il 2019 sia per il 2020, molto meno di quanto annunciato ieri sera dal relatore Marcello Gualdani (Ap): 185 milioni nel 2018 e a 403 milioni per ciascun anno nel 2019 e 2020. «Sono abituata a rispettare i patti, fedele al principio che quando si stringe un accordo lo si onora. Si vocifera, infatti, che in merito alle risorse stanziate sul bonus bebè queste non sarebbero quelle concordate, ma diverse. Se fosse così è chiaro che non solo saremmo insoddisfatti ma soprattutto sarebbe per Ap inaccettabile un'ipotesi simile. Pretendiamo perciò il rispetto dei patti», ha chiesto questa mattina la capogruppo dei centrista al Senato, Laura Bianconi, prima di entrare nella riunione della direzione nazionale di Ap-Ncd.
Si allontana aumento soglia figli a carico
Secondo quanto si è poi appreso nel pomeriggio a margine delle riunioni di maggioranza al Senato, la possibilità di alzare nella legge di bilancio la soglia entro la quale i figli sono fiscalmente a carico del nucleo famigliare si allontana. Le risorse a disposizione per modificare la manovra sono limitate e la proposta avanzata da Ap e Pd rischia di non essere compatibile con la proroga del bonus bebè, sulla quale è stato invece già trovato l’accordo politico. Gli emendamenti in materia puntavano ad alzare la soglia attualmente di 2.840 euro portandola fino a 5.000 euro.
Pacchetto enti locali verso approdo alla Camera
Potrebbe slittare alla Camera il pacchetto di misure sugli enti locali da inserire e correggere in manovra. Le norme sono ormai pronte grazie all’accordo tra Comuni e governo. Secondo quanto si apprende, una delle misure già concordate
prevede che i bilanci dovranno essere approvati inderogabilmente entro il 28 febbraio rispetto al termine fissato del 31 dicembre. La richiesta dell’Anci era di prevederlo per il 30 marzo. Trovata, inoltre, l’intesa con le province sull’edilizia scolastica per attribuire alle province stesse la possibilità di gestire una parte dei fondi da destinare quindi alle scuole superiori. L’accordo con l'Anci sarebbe stato raggiunto anche sul fondo di solidarietà comunale con la riduzione della percentuale dei fabbisogni standard dal 55 al 40% mantenendo l’obiettivo del 2021. Si sarebbe giunti, inoltre, ad una soluzione sul fondo crediti di dubbia esigibilità, si passerebbe dall’85 al 75%,anche in questo caso mantenendo l'obiettivo del 100% al 2021. Si va inoltre verso la semplificazione del Dup (documento unico di programmazione) per i piccoli comuni sotto i 3mila abitanti: la soglia per l’obbligo di adozione del documento potrebbe essere elevata a 5mila abitanti.
Anche pensioni e 5G nel pacchetto di emendamenti del Governo
Molti i fronti toccati dagli emendamenti arrivati finora da Palazzo Chigi, e in particolare quello previdenziale, con l’estensione a 15 categorie di lavori gravosi dell’esclusione dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. La proposta di modifica, che segue al confronto con i sindacati del 21 novembre scorso, costerà 100 milioni di euro nel 2019 e riguarderà 14.600 persone. Altri emendamenti sul tavolo prevedono il rifinanziamento del “Bonus bebè” nel prossimo triennio, nuovi interventi per favorire le competenze ”Industria 4.0”, misure sull’attività svolta dai “call center” e integrazioni all’articolo del ddl Bilancio relativo alla tecnologia 5G (con, in particolare, la previsione della vendita dal 2020 di apparecchi radiofonici adatti a ricevere il segnale digitale).
Agevolazioni per assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno
Un emendamento dei relatori per le assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno prevede che i programmi operativi nazionali e i programmi operativi complementari possanno introdurre per il 2018 - compatibilmente con gli obiettivi specifici previsti dalla relativa programmazione e con il rispetto della normativa europea in materia di aiuto di Stato - misure complementari con quelle già riviste dalla norma sulla decontribuziuone per i neoassunti. L’obiettivo è favorire l’assunzione con contratto a tempo indeterminato - in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna - di persone che non abbiano compiuto i 35 anni d’età, o di almeno 35 anni, purché privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. L’emendamento prevede che l’esonero contributivo è elevato fino al 100 per cento nel limite massimo di importo, su base annua, di 8060 euro.
125 giudici ausiliari per smaltire contenzioso amministrativo
Un altro emendamento dei relatori depositato in Commissione prevede che «al fine di ridurre l’arretrato e migliorare la perfomance della Giustizia amministrativa» verranno nominati 125 magistrati amministrativi ausiliari con incarico triennale non rinnovabile. Questa nuova figura di magistrato verrà reclutata, si legge nella relazione illustrativa, in categoria di soggetti «particolarmente qualificati e comunque già in pensione». La proposta di modifica prevede l’assegnazione di massimo 25 “ausiliari” al Consiglio di Stato e di 100 ai Tar, per lo svolgimento di servizio onorario.
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