Le prossime elezioni politiche rischiano di essere inquinate dalle fake news. È questo il timore di Matteo Renzi che ieri dal palco dello Leopolda ha annunciato: “Non lasceremo più passare niente”. Renzi ha citato l’intensificarsi di falsi post ai danni del Pd immessi sulla Rete da una serie di account “riconducibili a soggetti politici”. Sullo schermo sono state mostrate foto taroccate e video manipolati come ad esempio il montaggio dove si vedono Boschi e Boldrini al funerale di Totò Riina rilanciata sui social dal profilo Virus5stelle simpatizzante del movimento di Beppe Grillo. Anche il candidato premier dei 5 stelle, Luigi Di Maio, si è detto però preoccupato del fenomeno è ha invocato il controllo dell'Osce sul voto affinché “ monitori non solo le operazioni elettorali ma anche la libertà di stampa e le modalità di informazione”.
Un contibuto polemico al dibattito è arrivato anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini che ha detto: “Sono fortemente preoccupato dalle fake news che possono inquinare la campagna elettorale ma non quelle su Facebook ma quelle che vendono giornali e telegiornalisulle bugie del governo, tasse, immigrazione e falsa ripresaeconomica”.
Alla Leopolda il leader del Pd ha citato un’ inchiesta pubblicata venerdì sul New York Times dove si sottolineava “il legame tra gli account che lanciano fake news e alcuni simpatizzanti politici”. Nell’articolo “Italy, Bracing for Electoral Season of Fake News, Demands Facebook's Help” si fa riferimento a un report della società Ghost Data di Andrea Stroppa, esperto di cyber security e consulente dello stesso Renzi. Questa ricerca evidenzia le interconnessioni tra diverse piattaforme online che diffondono e alimentano in modo non trasparente la protesta contro la classe politica da attivisti vicini alla Lega Nord di Matteo Salvini e al Movimento Cinque Stelle. Si sottolinea anche come spesso questi simpatizzanti vengano manipolati a loro insaputa per scarsa conoscenza dei mezzi informatici. L’esempio citato è quello tra la pagina di un movimento filo Matteo Salvini, che condivide i codici di Google (usati per tracciare la pubblicità e il traffico) con una pagina di propaganda di un fan dei 5 Stelle e con altri siti pro Putin.
Secondo il parere dello spin doctor di Salvini, Luca Morisi, la condivisione dei codici è dovuta però a un copia e incolla inconsapevole. Da cui si evince che il pericolo di inquinamento è senz’altro concreto e sottolineato anche da molti studi ed evidenze, ma forse il male peggiore da sconfiggere è la scarsa preparazione informatica e ignoranza di troppi improvvisati guru.
In soccorso alla politica per la bonifica della rete, secondo la tesi del giornalista, pare arriverà presto Facebook che è stato chiamato ad attivare una speciale task force in vista delle elezioni.
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