Arriva un fondo di 20 milioni l’anno nel triennio 2018-2020, in tutto 60 milioni, per valorizzare e sostenere l’attività dei “caregivers” familiari. Con il via libera a un emendamento alla manovra atteso in giornata in commissione Bilancio al Senato verrà riconosciuto il valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta all’interno di relazioni affettive e familiari nei confronti di confronti di persone che hanno bisogno di assistenza a lungo termine per malattie, infermità o disabilità gravi. Il correttivo del Pd riformulato dai relatori, prevede che sarà il ministero del Lavoro a gestire il nuovo fondo che sarà destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento dei caregivers familiari anche attraverso misure di sostegno economico e di conciliazione delle esigenze di vita personale e lavorativa. La commissione dovrebbe dare l’ok in giornata anche agli emendamenti sulle pensioni, con l’esenzione da “quota 67” di 15 categorie di lavori “gravosi”, e sulla nuova web tax targata Massimo Mucchetti (Pd).
Dote per i ragazzi “fuori famiglia”
Tra gli altri correttivi riformulati dai relatori Magda Zanoni (Pd) e Marcello Gualdani (Ap) sui quali è atteso l’ok della Commissione c’è anche l’individuazione di una dote ad hoc all’interno del Fondo per il contrasto alla povertà da riservare alla crescita e all’assistenza dei giovani “fuori famiglia”. Le risorse assegnate in via sperimentale in questa direzione ammontano a 5 milioni l’anno per il triennio 2018-2020 e saranno riservate ai ragazzi che al compimento della maggiore età vivono fuori della famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. “L’assistenza” sarà garantita fino al compimento del ventunesimo anno di età.
Premi di produttività in azioni
Per i premi di produttività corrisposti a lavoratori dipendenti in azioni viene previsto che la plusvalenza determinata dalla cessione debba essere calcolata sulla differenza tra quanto percepito dal lavoratore e il valore delle azioni al momento in cui sono state assegnate al soggetto beneficiario. A prevederlo è un ritocco che nasce da una proposta a firma di Giorgio Santini (Pd).
Pensionamenti anticipati direttori sanitari
Uno degli emendamenti arrivati ai relatori da Ala (primo firmatario Antonio Milo), e oggetto del compromesso raggiunto tra il Pd e i “verdiniani” per sostenere la maggioranza in Commissione Bilancio visti i numeri “risicati”, autorizza le aziende del servizio sanitario a concedere su richiesta entro il 2018 il pensionamento anticipato dei dirigenti medici che hanno raggiunto i 64 anni e sei mesi di età e che hanno maturato un'anzianità contributiva di 40 anni e 8 mesi. L’emendamento su cui dovrebbe arrivare il disco verde della commissione fissa due paletti: l’uscita anticipata sarà possibile solo se il dirigente medico risulti a tutto il 31 dicembre 2017 in organico all’azienda sanitaria da cui dipende il prepensionamento e se risulterà collocato da almeno due anni fuori dal reparto o dal servizio medico.
Gli altri ritocchi al voto
La commissione Bilancio si dovrà pronunciare su altri ritocchi formulati dai relatori che spaziano dal finanziamento a regime del sistema di formazione duale alla destinazione all’Anpal di una quota del Fondo per le politiche attive del lavoro pari a 5 milioni nel 2018 e altri 15 milioni l’anno nel biennio 2019-2020 per implementare l’assegno di ricollocazione. Del pacchetto fanno parte anche misure per sostenere gli uliveti colpiti dal batterio “Xylella fastidiosa” e le risorse per prorogare nel 2018 la Cigs per i lavoratori del settore della pesca marittima.
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