I sondaggisti sono concordi: Paolo Gentiloni è il politico che riscuote il maggior consenso tra gli italiani. E non solo tra gli elettori di centrosinistra: il premier gode di una fiducia trasversale, che si è guadagnato passo dopo passo nell'arco di questo anno di governo. Risultato affatto scontato a fine legislatura e con il suo partito, il Pd, che continua a scendere nelle preferenze dell'elettorato così come il suo predecessore Matteo Renzi. Un dato che contrasta con la lettura di chi a suo tempo aveva stigmatizzato la scelta di Gentilloni, definendolo una sorta di prestanome del precedente presidente del Consiglio, ovvero del segretario del Pd.
Critica fondata anche sulla conferma nella compagine governativa formatasi un anno fa di 2 fedelissimi di Renzi quali Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Ma per Gentiloni questa partenza in salita si è trasformata in un trampolino di lancio, complice anche il suo tratto caratteriale, la voluta assenza di protagonismo. In un periodo di leadership gridate, di slogan propagandistici, il premier si è mosso come un politico démodé, che si appella alla responsabilità per l'interesse comune più che al “popolo”; che è più incline alla condivisione e al confronto che al corpo a corpo.
Vale per gli avversari ma anche per i suoi alleati, a partire dal suo partito. Un tratto a cui non ha rinunciato neppure quando la distanza è diventata evidente come in occasione della scelta per la guida della Banca d'Italia. Passaggio delicatissimo nel quale il capo del governo si è trovato a dover fronteggiare non solo l'opposizione ma anche e soprattutto la pressante richiesta di «discontinuità» avanzata ufficialmente dal Pd di Renzi. Pressing che come è noto non è andato a buon fine ma che probabilmente ha contribuito ad alzare ulteriormente l'indice di fiducia in un premier dal tratto morbido ma non malleabile.
Un dato che non viene sottovalutato non solo dai suoi “nemici” (esterni ed interni) ma soprattutto dal Quirinale. Sergio Mattarella non ha nascosto la sua preoccupazione per il rischio che la prossima legislatura possa aprirsi senza una chiara maggioranza di governo. E Paolo Gentiloni può diventare una importante carta di riserva da giocare in caso di emergenza. Per questo è bene che il governo termini il suo mandato senza essere stato sfiduciato: a oggi nessuno sa quanto tempo sarà necessario dopo il voto per avere un nuovo esecutivo.
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