È stata la legislatura più instabile della storia della Repubblica: in 57 mesi i cambi di casacca sono stati la cifra record di 566. Venti solo nella settimana prima di Natale. Un valzer che - secondo i calcoli di OpenPolis - ha coinvolto 347 parlamentari. Dunque il 35,53% degli eletti ha cambiato casacca almeno una volta. In 57 mesi di legislatura significa una media di 9,58 cambi al mese. Un numero più che raddoppiato rispetto alla XVI legislatura (2008-2013) che aveva contato 4,5 cambi di casacca al mese. Alla Camera dei deputati sono stati registrati 313 cambi di gruppo, con 207 deputati coinvolti, che rappresentano il 32,86% della platea di parlamentari di Montecitorio. A Palazzo Madama sono stati 253 cambi di casacca e 140 senatori transfughi (43,57%). In base all’articolo 67 della Costituzione «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E dunque può cambiare gruppo. Anche più volte.
Il record a Luigi Compagna: nove cambi di casacca
Il record della legislatura è del senatore Luigi Compagna che ha accumulato, fra ritorni e passaggi di gruppo, ben 9 cambi di casacca. Alle elezioni politiche del 2013 viene ricandidato per la quarta volta al Senato, nelle liste campane del Popolo della Libertà (in sesta posizione) e viene rieletto. Contando, a ritroso, i cambi di casacca dalla sua scheda personale pubblicata sul sito del Senato risulta che attualmente e dal 25 maggio 2017 è entrato nella Federazione della libertà (Idea - Popolo e libertà - Pli), che è solo l’ultima - per ora - delle sue scelte. Dal 3 aprile 2017 al 24 maggio 2017 ha fatto parte del gruppo Gal, Grandi autonomie e libertà. Per un solo giorno, il 2 aprile 2017, è stato semplicemente nel Gruppo misto. Prima, dal 16 febbraio 2016 al 1° aprile 2017 aveva fatto parte dei Conservatori e riformisti. Dal 21 dicembre 2015 al 15 febbraio 2016 aveva fatto parte di Gal. Dal 2 dicembre 2013 era al 20 dicembre 2015 è stato nel Nuovo centrodestra. Dal 20 novembre 2013 al 1° dicembre 2013 era nel gruppo Gal. Dal 15 novembre 2013 al 19 novembre 2013 nel Nuovo centrodestra. Dal 20 marzo 2013 al 14 novembre 2013 è stato in Gal. Prima, solo per la giornata del 19 marzo 2013, si era iscritto al Gruppo misto. Una curiosità: non è mai transitato nel gruppo nel quale è stato eletto.
Alla Camera 5 cambi di casacca per Catalano e Quintarelli
Dall’inizio della legislatura 207 deputati hanno indossato una giacca diversa. Sul podio con 5 cambi ciascuno, ci sono pari merito Ivan Catalano e Stefano Quintarelli. Ivan Catalano. classe 1986, nato a Legnano, è stato eletto nelle liste del M5s, circoscrizione Lombardia 2. E al gruppo del M5s è stato iscritto dal 19 marzo 2013 al 27 febbraio 2014. È uscito dal M5S pubblicando sul suo blog un post duro su come sulle espulsioni dal movimento. Poi, è passato al Gruppo misto dal 27 febbraio 2014 al 20 novembre 2014, non iscritto ad alcuna componente politica. Dal 20 novembre 2014 al 1° aprile 2015 ha fatto parte nel Gruppo misto del Psi-Pli (Partito socialista italiano- Liberali per l’Italia). È poi stato in Scelta civica per l’Italia dal 1° aprile 2015 al 12 febbraio 2016, ha fatto parte dei Civici e innovatori dal 27 ottobre 2016 al 10 luglio 2017. È parte del Gruppo misto senza iscrizione a componenti politiche dal 10 luglio 2017 al 10 luglio 2017. Attualmente fa parte dal 10 luglio 2017 nel Gruppo misto della componente Civici e innovatori-Energie per l’Italia.
Il record di cinque cambi spetta anche a Stefano Quintarelli, classe 1965, eletto nelle liste di Scelta civica per l’Italia, gruppo del quale ha fatto parte dal 19 marzo 2013 al 10 dicembre 2013. È stato poi iscritto a Per l’Italia dal 10 dicembre 2013 al 12 febbraio 2014, poi dal 12 febbraio 2014 al 12 febbraio 2016 ha fatto parte di Scelta civica per l’Italia. Poi ha fatto parte del gruppo misto, non iscritto ad alcuna componente politica, dal 12 febbraio 2016 al 3 agosto 2016. Poi di Civici e innovatori dal 3 agosto 2016 al 10 luglio 2017 . Poi di nuovo del gruppo misto, non iscritto ad alcuna componente politica dal 10 luglio 2017 al 10 luglio 2017 . Dal 10 luglio 2017 è iscritto al gruppo Civici e innovatori-Energie per l’Italia.
Chi vince e chi perde alla Camera e al Senato
Il saldo nei cambi di casacca rappresenta una vera e propria emorragia alla Camera e al Senato soprattutto per Forza Italia-Il Popolo della libertà che registra un meno 43 elementi alla Camera e un meno 47 al Senato. Alla Camera segna meno 21 il M5s che al Senato registra meno 18. Registra meno 20 deputati Sinistra italiana alla Camera. A quota meno 9 il Pd a Montecitorio, a meno 9 a Palazzo Madama. Alla Camera con un più 44 guadagna soprattutto Articolo 1, il Movimento democratico e progressista fondato il 25 febbraio 2017 da una scissione dal Pd promossa da esponenti della sinistra del partito («Siamo donne e uomini che hanno fatto dell’Articolo 1 della nostra Costituzione repubblicana il proprio simbolo: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”», scrivono sul sito). È a +24 Ap-Ncd e a + 30 il gruppo Misto a Montecitorio. Sempre alla Camera Fratelli d’Italia è a più 12, la Lega a più 2, Democrazia solidale-Centro democratico a più 13, Noi con l’Italia-Scelta civica a più 14. Al Senato segna più 23 senatori Ap-Ncd ed è a più 16 Articolo 1, a più 11Noi con l’Italia, a più 10 il Gruppo Federazione della libertà (Idea-Popolo e libertà, Pli), più 13 Ala, più 4 Grandi autonomie e libertà, più 9 Per le Autonomie, più 4 al Gruppo misto.
Fra gli spostamenti di peso Grasso e Calderoli
Fra gli spostamenti di peso più recenti quello che ha fatto maggior rumore è stato quello dell’uscita del Pd del presidente del Senato Pietro Grasso. Eletto nelle liste del Pd, ha fatto parte del gruppo dal 19 marzo 2013 al 26 ottobre 2017. Poi è passato al Gruppo misto prima di fondare il 3 dicembre 2017 “Liberi e uguali”, una lista di sinistra che comprende Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile. Grasso si è anche candidato a premier per le prossime elezioni politiche. Altra uscita clamorosa è quella di Roberto Calderoli dal gruppo leghista di palazzo Madama, dopo 30 anni di militanza per approdare al Gruppo misto. Una scelta non ideologica o polemica nei confronti della Lega, ma collegata al blocco dei conti stabilito dal tribunale di Genova nel processo che ha visto la condanna di Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Belsito.
Le ultime fughe
Alla Camera negli ultimi giorni sei deputati hanno cambiato casacca, 5 per entrare in Scelta civica-Ala-Maie, mentre una, Daniela Santanché, è passata da Forza Italia a Fratelli d'Italia. Dei 5 che sono entrati in Sc, due – Vincenzo Piso ed Eugenia Roccella – facevano parte della componente Udc-Idea, mentre gli altri tre arrivano da Fare!-Pri-Liberali (Matteo Bragantini, Enrico Costa e Emanuele Prataviera). Gli onorevoli Costa, Piso e Roccella erano stati eletti con il Popolo delle libertà, mentre Bragantini e Prataviera erano arrivati a Montecitorio eletti nelle liste della Lega nord.
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