Dopo aver viaggiato un po’ sotto traccia, per non allarmare troppo un’opinione pubblica sempre molto sensibile nei confronti degli impegni militari all’estero - l’ultima smentita del Governo è del maggio scorso -, il progetto di una missione italiana in Niger sta per diventare realtà. La decisione del Consiglio dei ministri di approvare il decreto che dà il via libera alla spedizione - a regime saranno coinvolti 470 militari -è solo l’ultima tappa di un percorso, graduale, che ha visto questo Stato dell’Africa occidentale, paese di transito nelle rotte migratorie e crocevia dei traffici trans-sahariani, sempre più al centro dell’attenzione dell’Italia. È una novità rispetto al passato: tradizionalmente la politica estera italiana si è focalizzata nel Corno d’Africa, in Mozambico e nell’Africa australe, mentre la parte occidentale del Continente non è stata presa in considerazione, probabilmente perché “dominio riservato” della Francia, l’ex madrepatria.
Niger area nevralgica per il flusso di migranti
La partita che si gioca, e che oltre a Roma vede in campo altri player - a cominciare dalla Francia, ma anche Stati Uniti e Germania - è quella che punta a ridurre il flusso di migranti diretti verso il Vecchio Continente. Considerata la collocazione geografica dell’Italia, in prima linea nella gestione dei flussi, è facile intuire l’importanza che questa operazione di stabilizzazione riveste nell’agenda di politica estera del paese. La missione partirà col nuovo anno, dopo il via libera del Parlamento. Inizialmente gli italiani - potrebbero essere i parà della Folgore i primi a partire - lavoreranno a Niamey, capitale del paese africano, insieme ai francesi, presenti nell’area del Sahel con gli oltre 3mila militari dell’operazione “Barkhane”.
La minaccia terroristica e il G5 Sahel
Connessa alla gestione dei flussi di migranti che da Agadez risalgono verso la Libia attraverso i territori desertici ad oggi poco controllati è l’altra faccia della medaglia: la minaccia terroristica globale, costituita dalla presenza in Niger di terroristi legati ad al-Qā‘ida ea Boko Haram. Il G5 Sahel, il team speciale antiterrorismo composto da militari di Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad, nonostante sia stato istituito nel 2014 stenta a decollare per mancanza di fondi adeguati.
Ottobre 2016: il Cdm decide di aprire una ambasciata a Niamey
L’interesse dell’Italia per il Niger risale, almeno, all’ottobre del 2016, quando il Consiglio dei ministri allora presieduto da Matteo Renzi (Paolo Gentiloni era ministro degli Esteri) decise di aprire una ambasciata a Niamey (la rappresentanza diplomatica è stata poi aperta nel febbraio di quest’anno). Una nota della Farnesina di quei giorni spiegava che «l’apertura di un’ambasciata in Niger assicura all’Italia un rilevante vantaggio operativo, alla luce delle dinamiche che interessano il Sahel, con ripercussioni sotto il profilo della sicurezza in Italia e in Europa». Un anno dopo, a ottobre 2017, a seguito di un accordo di cooperazione tra Italia e Niger sottoscritto a Roma, fonti militari hanno annunciato l’invio di una decina di addestratori e di alcuni soldati.
Gentiloni: intervento richiesto dal Niger a inizio dicembre
Negli ultimi giorni il processo che condurrà i militari italiani in questo paese di transito dei migranti ha registrato un’accelerazione. Durante la conferenza stampa di fine anno, Gentiloni ha spiegato che «andiamo in Niger in seguito a una richiesta del governo locale pervenuta a inizio dicembre per un contributo italiano a fare le cose che normalmente facciamo in questi paesi, come ad esempio in Libia: consolidare gli assetti di controllo del territorio e delle frontiere e rafforzare le forze di polizia locali».
Il vertice di La Celle Saint-Clod: Gentiloni annuncia la missione
Durante il vertice che si è tenuto il 13 dicembre nel castello di La Celle Saint-Cloud, alle porte di Parigi, e che ha visto la presenza del presidente francese Emmanuel Macron, Gentiloni ha annunciato che «nelle prossime settimane, dopo l'approvazione del Parlamento, cominceremo con una missione di addestramento delle forze nigeriane che parteciperanno alla forza congiunta del G5 Sahel. Oggi, la penultima tappa: il via libera del Consiglio dei ministri. In attesa del semaforo verde della Camere. In regime di prorogatio.
© Riproduzione riservata