Italia

Discorso a tutto campo, testo chiave della pastorale politica di Bergoglio

  • Abbonati
  • Accedi
L’ANALISI

Discorso a tutto campo, testo chiave della pastorale politica di Bergoglio

Difesa del diritto alla vita e alle libertà, ma anche dignità umana rispettata in tutti i campi, dal lavoro alle migrazioni. Il Papa parla nel discorso annuale al corpo diplomatico accreditato (sono 183 gli stati che formalmente intrattengono relazioni) e pronuncia un discorso a tutto campo, molto lungo e approfondito, uno di quei testi-chiave che rimettono in fila la sua pastorale non solo religiosa, ma politica. Bergoglio è netto: per la Santa Sede «parlare di diritti umani significa anzitutto riproporre la centralità della dignità della persona, in quanto voluta e creata da Dio a sua immagine e somiglianza». La pace è centrale, e cita la molte situazioni di conflitto, tra cui quella tra Israele e Palestina e chiede per Gerusalemme («città sacra a cristiani, ebrei e musulmani») il mantenimento dello status quo, in chiaro riferimento alle mosse dell’amministrazione Usa.

Le “colonizzazioni ideologiche”
Francesco afferma che «nel corso degli anni l’interpretazione di alcuni diritti è andata progressivamente modificandosi», includendo «una molteplicità di “nuovi diritti”, non di rado in contrapposizione tra loro». Questo ha portato all’affermazione di «nozioni controverse dei diritti umani che contrastano con la cultura di molti Paesi, i quali non si sentono perciò rispettati nelle proprie tradizioni socio-culturali, ma piuttosto trascurati di fronte alle necessità reali che devono affrontare». C’è quindi «il rischio – per certi versi paradossale – che, in nome degli stessi diritti umani, si vengano ad instaurare moderne forme di colonizzazione ideologica dei più forti e dei più ricchi a danno dei più poveri e dei più deboli». Il Papa non lo specifica, ma appare chiaro che si possa si riferire alle campagne per la contraccezione, l’aborto e la promozione della teoria del gender.

La cultura dello “scarto” di anziani e bambini
Tra i diritti fondamentali ancor oggi violati cita «primo fra tutti quello alla vita, alla libertà e alla inviolabilità di ogni persona umana... Penso anzitutto ai bambini innocenti, scartati ancor prima di nascere; non voluti talvolta solo perché malati o malformati o per l’egoismo degli adulti. Penso agli anziani, anch’essi tante volte scartati, soprattutto se malati, perché ritenuti un peso. Penso alle donne, che spesso subiscono violenze e sopraffazioni anche in seno alle proprie famiglie. Penso poi a quanti sono vittime della tratta delle persone che viola la proibizione di ogni forma di schiavitù. Quante persone, specialmente in fuga dalla povertà e dalla guerra, sono fatte oggetto di tale mercimonio perpetrato da soggetti senza scrupoli?». Eppoi chiede di tutelare «il diritto alla salute della persona e dei suoi familiari».

Il diritto alla pace
Ma «difendere il diritto alla vita implica pure adoperarsi attivamente per la pace, universalmente riconosciuta come uno dei valori più alti da ricercare e difendere. Eppure gravi conflitti locali continuano ad infiammare varie Regioni della terra». Gli sforzi collettivi per fermare i conflitti «sembrano essere sempre meno efficaci di fronte alla logica aberrante della guerra». Francesco spiega che «il disarmo integrale e lo sviluppo integrale sono strettamente correlati fra loro» e che promuovere la pace «implica combattere l’ingiustizia e sradicare, in modo non violento, le cause della discordia che portano alle guerre». La proliferazione di armi «aggrava chiaramente le situazioni di conflitto e comporta enormi costi umani e materiali che minano lo sviluppo e la ricerca di una pace duratura».

Il focus su Corea e Siria
Francesco ritiene di primaria importanza che si possa sostenere ogni tentativo di dialogo nella penisola coreana, al fine di trovare nuove strade per superare le attuali contrapposizioni , ed è anche «importante che possano proseguire, in un clima propositivo di accresciuta fiducia tra le parti, le varie iniziative di pace in corso in favore della Siria». «Il comune auspicio è che, dopo tanta distruzione, sia giunto il tempo di ricostruire. Ma più ancora che costruire edifici, è necessario ricostruire i cuori, ritessere la tela della fiducia reciproca... In tal senso è vitale che siano tutelate le minoranze religiose, tra le quali vi sono i cristiani, che da secoli contribuiscono attivamente alla storia della Siria».

Migranti e “paure ancestrali”
Poi il tema centrale dei migranti, che devono essere soprattutto integrati: Francesco afferma che oggi se ne parla molto «talvolta solo per suscitare paure ancestrali. Non bisogna dimenticare - ammonisce - che le migrazioni sono sempre esistite. Nella tradizione giudeo-cristiana, la storia della salvezza è essenzialmente storia di migrazioni. Né bisogna dimenticare che la libertà di movimento, come quella di lasciare il proprio Paese e di farvi ritorno appartiene ai diritti fondamentali dell’uomo. Occorre dunque uscire da una diffusa retorica sull’argomento e partire dalla considerazione essenziale che davanti a noi ci sono innanzitutto persone». E ancora: «I governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, per permettere quell’inserimento». Bergoglio ringrazia gli Stati che «si sono prodigati in questi anni per fornire assistenza ai numerosi migranti giunti ai loro confini. Penso anzitutto all’impegno di non pochi Paesi in Asia, in Africa e nelle Americhe, che accolgono e assistono numerose persone». E cita l’assistenza del Bangladesh al popolo Rohingya. «Particolare gratitudine» è espressa da Francesco «all’Italia che in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso e ha saputo offrire anche dei positivi esempi di integrazione».

© Riproduzione riservata