Svolta nell’indagine sul sequestro, sulle torture e sull’omicidio di Giulio Regeni. La Procura della Repubblica di Roma ha eseguito la perquisizione dell’ufficio e dell’abitazione della professoressa dell’Università di Cambridge Maha Abdel Rahman, tutor del ricercatore. Il sostituto procuratore capitolino Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo, ha acquisito pc, pendrive, hard disk e cellulare. La perquisizione è stata effettuata dopo l’audizione della docente svolta dal pm Colaiocco affiancato dagli uomini del Ros e dello Sco e in collaborazione con le autorità del Regno Unito.
La nota della Procura di Roma
«Supporti informatici e i documenti acquisiti - spiega una nota diffusa dalla Procura di Roma - saranno utili a fare definitiva chiarezza, in modo univoco ed oggettivo, sul ruolo della professoressa nei fatti di indagine». La docente, si apprende, resta persona informata sui fatti. La Abdel Raham è una «dissidente» al governo di Al Sisi. Stando ai suoi metodi didattici, invia in Egitto giovani ricercatori con lo scopo di compiere studi sui sindacati indipendenti, organismi contrastati dalle autorità governative cairote. Questi erano gli stessi studi che stava svolgendo Giulio, quando è stato rapito il 25 gennaio 2016 per poi essere ritrovato cadavere il successivo 3 febbraio sull’autostrada che collega Alessandria col Cairo.
Il contatto di Giulio con la docente
Stando ai documenti giudiziari, Regeni entra in contatto con la docente di Cambridge Abdel Raham nell’ottobre del 2011, dopo essersi iscritto a un master in Development Studies. I pregressi studi del giovane ricercatore di Udine - un corso di laurea in Arabo e Scienze Politiche all’Università di Leeds - lo portano nel 2013 a lavorare per la società di analisi Oxford Analytica. «Era stato assunto per effettuare un lavoro redazionale - hanno spiegato i genitori di Giulio ai pm - di raccolta delle informazioni sulla situazione politica dei paesi del Nord Africa e pubblicare ogni giorno alle 13 un report che veniva diffuso agli abbonati». Hanno aggiunto che Giulio ha lavorato anche «a Vienna in qualità di stagista presso l’Unido, dove come assistente alla ricerca si occupava dell’area araba ed il suo lavoro era coordinato dalla signora Morsi, parente dell’ex presidente egiziano». Nel 2014, poi, inizia il dottorato con Cambridge e, con il coordinamento di Abel Raham, inizia lo studio sui sindacati indipendenti egiziani.
La studentessa espulsa dal governo egiziano
Tra le audizioni che i magistrati di Roma intendono svolgere c’è anche quella di una studentessa che era stata inviata in Egitto per svolgere studi molto simili a quelli che erano stati delegati a Regeni. Il particolare è contenuto nella rogatoria internazionale inviata a dai magistrati capitolini. Nel documento si legge che «dalle indagini di questo ufficio emerge la determinazione della professoressa Abdel Raham nel richiedere ai propri studenti interviste sul campo al Cairo per raccogliere materiale di analisi sui sindacati autonomi». In particolare, si legge ancora, «emergono le figure di alcuni studenti dell'università di Cambridge inviati in Egitto per questo tipo di ricerca e allontanati dalle autorità egiziane. In particolare lo stesso Giulio Regeni raccontava agli amici di una sua collega di Cambridge che, mandata in Egitto l’anno precedente per svolgere la sua stessa ricerca, era stata espulsa dal paese e aveva dovuto ricorrere alle cure di uno psicologo per i traumi riportati nell'esperienza egiziana».
Le domande sollecitate sui rapporti tra sindacato e polizia
Stando ai documenti dei magistrati, sarebbe stata la stessa docente a confezionare le domande che poi Giulio Regeni avrebbe dovuto porgere ai venditori ambulanti egiziani, quasi tutti legati ai sindacati indipendenti. A colpire sono soprattutto i quesiti relativi ai rapporti che i venditori ambulanti hanno con le autorità egiziane: «La polizia ti dà problemi?», «Cosa fai quando arriva la polizia?», «Il Governo tenta di ostacolare la vostra attività? Se sì, come?», «Come trattano le autorità statali il vostro sindacato?».
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