Oggi Giulio Regeni avrebbe compiuto 30 anni. Il ricercatore torturato e ucciso al Cairo nato il 15 gennaio del 1998 è stato ricordato da molti sul web a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa avvenuta il 25 gennaio di due anni fa. Ora le università sono pronte a ricordarlo con una iniziativa di peso: l’idea è quella di istituire almeno una borsa di studio a nome di Giulio Regeni in ogni ateneo. I rettori decideranno il prossimo giovedì per poi scrivere alla ministra Fedeli in modo che sposi questa iniziativa. Anche l’università di Cambridge, dove svolgeva il dottorato Regeni, ha annunciato di voler fare lo stesso.
Due anni fa, il 15 gennaio del 2016, Regeni, ricercatore di Cambridge che preparava in Egitto la tesi di dottorato, aveva festeggiato in un bar del Cairo il suo compleanno. Dieci giorni dopo, il 25 gennaio, sarebbe scomparso nel nulla, fino al 3 febbraio quando il suo cadavere, con chiari segni di torture, riapparve sotto un cavalcavia dell’autostrada per Alessandria, a 25 chilometri dal Cairo. Nei giorni scorsi la prestigiosa università inglese, da dove partì Regeni per andare incontro a una morte sulla quale le indagini debbono ancora fare piena luce, ha assicurato di voler ricordare il ricercatore italiano anche in questo secondo anniversario della morte a livello di college e di campus, come accadde l’anno scorso, con una fiaccolata. E ha annunciato il progetto in dirittura d’arrivo per istituire una borsa di studio in sua memoria.
E in Italia come ricorderanno Regeni le università italiane? Nei giorni scorsi il Comitato per la valorizzazione del dottorato di ricerca ha rilanciato la proposta d’istituire una borsa di dottorato intitolata a Giulio Regeni in ogni università italiana. Il rettore della Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, che guida la Conferenza dei rettori italiani ha confermato che le università italiane sono pronte ad appoggiare questa iniziativa, tanto che giovedì sarà votata nell’assemblea dei rettori questa proposta. L’idea è quella di implementare l’avvio di una borsa in nome di Regeni già a partire dal prossimo bando di concorso per i dottorati. Contemporaneamente partirà una lettera alla ministra Fedeli per chiedere l’appoggio all’iniziativa. Manfredi ha già comunque precisato che, anche in assenza di un impegno diretto da parte del ministero, è già stata espressa da molti rettori la volontà di istituire tali borse in tutti gli atenei italiani.
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