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Di Maio: alle parlamentarie 10mila candidati, no a scontro con…

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Di Maio: alle parlamentarie 10mila candidati, no a scontro con l’Europa

Sono stati 10 mila gli aspiranti parlamentari che si sono autocandidati alla selezione del M5s. Il dato definitivo lo fornisce Luigi Di Maio a Radio 24 dove ha fatto il punto sulle parlamentarie. Di Maio nega che il sistema di voto sia andato in tilt: «Non è vero! Tant'è che si sono concluse ieri sera. Abbiamo fatto una selezione ferrea di chi si voleva candidare. C’erano persone che non avevano i requisiti e li abbiamo scartati». E ancora: «Noi il meccanismo di voto lo abbiamo migliorato - ha assicurato - abbiamo cambiato lo statuto che ora ci permette di non candidare urlatori seriali su internet. Abbiamo cambiato le regole per tutelare i cittadini

Fino a ieri, in realtà, sembrava certo lo slittamento delle parlamentarie, complici le difficoltà segnalate da molti utenti. Poi è arrivata la decisione dei vertici: le consultazioni per la selezione dei candidati M5S nelle liste proporzionali si sono chiuse, «il voto si è svolto con regolarità e in sicurezza», «il caos di cui blaterano i giornali non c'è stato».

Oggi dovrebbe essere diffusa una prima lista di vincitori. Ma intanto monta la rabbia degli esclusi, che meditano ricorsi.

Di Maio: non serve andare allo scontro con l’Europa
Replicando al commissario Ue Moscovici, critico con la proposta di Di Maio di sfondare il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil (la ha definita «un controsenso assoluto»), il candidato premier del M5s ha contrattaccato: «Se Moscovici leggesse i programmi di tutte le forze politiche italiane scoprirebbe che tutte hanno in programma di fare deficit» per fare investimenti.

Ma poi ha però rassicurato di non voler andare allo scontro con la Ue. «Questo è un momento in Europa in cui noi, come Italia - ha spiegato - possiamo, dialogando, ottenere più risultati. Per una semplice ragione: gli altri Paesi sono più deboli. In Germania ancora devono formare il nuovo governo, per quanto adesso ci sia un accordo di sorta. La Francia ha comunque i partiti tradizionali ridotti ai minimi termini. Spagna e Portogallo hanno governi di minoranza. E noi possiamo incidere molto di più».

Insomma, Di Maio si professa a favore del dialogo: «La mia idea - ha aggiunto - è solo far valere il peso contrattuale di un'Italia che è la seconda forza manifatturiera, la prima per export e dà 20 miliardi di euro al bilancio dell'Unione Europea ogni anno e ne vede rientrare 12»

«Attacco di De Benedetti lo metto nel curriculum»
Dura la controreplica anche alle critiche mosse al M5s dall’imprenditore Carlo De Benedetti. «L'attacco di De Benedetti io lo metto nel curriculum. Un imprenditore che si è arricchito grazie ad una telefonata con Renzi (il riferimento è al caso delle banche popolari, ndr) si permette di dire che il M5s rovina l’Italia. In altri paesi un caso come questo avrebbe provocato l'uscita di scena del candidato premier».

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