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Per Padoan il collegio di Siena. Renzi: «Salvati i correntisti non…

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la proposta del leader dem

Per Padoan il collegio di Siena. Renzi: «Salvati i correntisti non le banche»

Correrà nel collegio di Siena il ministro dell’Economia Padoan. «Perchè il Pd deve essere una squadra forte e autorevole» ma lì anche perchè «con Pier Carlo abbiamo affrontato la questione bancaria in modo innovativo». Questo il senso della proposta annunciata dal segretario dem Matteo Renzi stamani.

A Controradio Renzi spiega che la decisione di candidare Padoan è anche una risposta alle critiche ricevute per quanto fatto nel settore dal suo governo. «Nella vulgata è passato un resoconto mediatico superficiale. Noi non abbiamo salvato le banche ma migliaia e migliaia di correntisti», dice il segretario del Pd. «Rivendicare con grande forza questa decisione e rivendicarlo nella città simbolo di uno dei grandi scandali bancari del passato - conclude Renzi nel ragionamento riferendosi alla proposta di candidare Padoan a Siena - credo sarebbe una bella cosa».

Priorità famiglie e piccoli imprenditori
Tra le priorità del partito per il futuro del Paese ci sono le famiglie e i piccoli imprenditori, «quelli che soffrono». Insomma una strategia realistica, se a proposito l’ex premier ribadisce che le proposte avanzate in questi ultimi giorni da M5S e dal centrodestra, «da Berlusconi e Di Maio, “veleggiano” su costi di circa 200 miliardi. Quanto abbiamo fatto noi valeva circa 30 miliardi. Non è possibile fare tutto».

Flat tax ingiusta e senza coperture
La flat tax degli altri rimane una proposta «ingiusta e senza coperture» secondo Renzi, convinto che «sarebbe solo un ritorno al passato». Bene invece quanto fatto a Palazzo Chigi, prima da lui e poi da Gentiloni, per le politiche del lavoro. «Quelli che oggi ci dicono che abbiamo fatto poco, dovrebbero ricordarsi cosa abbiamo fatto in quattro anni. La situazione era devastante. L'Istat dava una disoccupazione al 13%, quella giovanile al 44%. Abbiamo dovuto ridurre questo gap e abbiamo dovuto cominciare a guardare alla quantità più che alla qualità. Ora dobbiamo pensare alla qualità, magari al fatto che il lavoro deve avere una paga minima oraria».

Se Pd primo gruppo parlamentare avrà carte in mano
«Questa legge elettorale è la conseguenza del no al referendum del 4 dicembre. Dopo che abbiamo perso è evidente che siamo tornati a livello della prima Repubblica». Ma per l’ex premier non è un sistema «autolesionista» per il partito. «Abbiamo dovuto farla ma io non credo che la partita sia chiusa». Nel senso che «la partita sui voti non si gioca soltanto sulle coalizioni. Spero e lavoro perché il Pd sia il primo gruppo parlamentare. Se questo avverrà dopo 5 marzo il Pd avrà le carte in mano».

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