Non ci sono solo il caso «rimborsopoli» e l’addio dell’europarlamentare David Borrelli (già membro del triumvirato che gestisce la piattaforma Rousseau), a scuotere il M5s. Dopo Catello Vitiello, candidato
all'uninominale di Castellammare di Stabia al quale Luigi Di Maio ha inibito l'utilizzo del simbolo M5s per via dei suoi
legami con la massoneri, spuntano altri due candidati messi fuori dal Movimento per via dei loro rapporti con logge massoniche:
sono Piero Landi , candidato nel collegio uninominale della Camera a Lucca e Bruno
Azzerboni, candidato all'uninominale in Calabria.
Candidato massone in Calabria. M5S: è fuori
«Al momento della sottoscrittura della candidatura Azzerboni e Piero Landi non ci hanno informato, non hanno detto la verità.
Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo gli sarà richiesto di rinunciare al
seggio», afferma il Movimento in una nota riservandosi il diritto di «agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali
danni di immagine».
Azzerboni: no bugie, massoneria per me capitolo chiuso
Ma Azzerboni non ci sta. E replica così: «Io ero massone. Non ho frequentato dal 2017 la massoneria ed ho chiesto l'assonnamento
al fine di uscirne dal gennaio del 2018. Non ho detto alcuna bugia al Movimento Cinque stelle perché per me la massoneria
è un capitolo chiuso e credevo che il passato non contasse». Poi aggiunge: «Faccio un esempio: se io mi fidanzassi adesso
con una signorina - aggiunge Azzerboni, ordinario di Elettrotecnica all'Università di Messina - lei sarebbe interessata al
futuro e non al mio passato. In tutti i casi, accetto qualunque decisione il movimento abbia deciso di adottare».
Anche in Toscana candidato iscritto massoneria
Del candidato M5s iscritto alla massoneria in Toscana, Piero Landi, ha dato per primo la notizia Il Foglio online, spiegando
che il candidato risulta iscritto alla loggia 'Francesco Burlamacchi' e che nome, cognome, e data di nascita corrisponderebbero
con quelli registrati negli elenchi del Grande Oriente d'Italia. La sua iscrizione risulta 'in sonno' dal 5 febbraio scorso,
riporta
sempre il quotidiano online. Interpellato dal Foglio Piero Landi ha smentito di aver mai fatto parte della loggia ma di aver
fondato a Lucca un'associazione, 'Italia punto e a capo', dalla quale si è poi dimesso della quale, e di cui, ammette, farebbero
parte iscritti alla massoneria.
Le Iene: parlamentari “morosi” sarebbero 14
Sul caso “rimborsopoli” sono invece tornate le Iene, le prime a scoperchiare la vicenda. «Di Maio ha così comunicato che sarebbero
otto i parlamentari morosi, con un buco di quasi 800mila euro. Ma secondo la nostra fonte sarebbero quasi il doppio. E alcuni
di questi parlamentari morosi, ancora senza nome perché prima vorremmo incontrarli per chiedere conto, avrebbero escogitato
un altro giochino originale per trattenere più soldi nelle loro tasche. Non si tratterebbe del solito metodo di annullamento
del bonifico appena inviato, che permetteva così di inviare la ricevuta al sito tirendiconto.it e quindi di risultare formalmente
in regola, che in tanti hanno praticato» si legge in una nota del programma, presentando la seconda puntata dell'inchiesta
sulle restituzioni “fantasma” del M5S. Le Iene sottolineano che «secondo la nostra fonte, i parlamentari coinvolti nella
mancata restituzione di parte del loro stipendio sarebbero 14».
© Riproduzione riservata