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Mattarella: ora responsabilità, si pensi a interesse Paese

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la cerimonia al quirinale per l’8 marzo

Mattarella: ora responsabilità, si pensi a interesse Paese

Bisogna tutti avere «senso di responsabilità» e pensare al bene generale dei cittadini. Il presidente Sergio Mattarella dal Quirinale parla in occasione della cerimonia della giornata internazionale della donna. Ma è chiaro che si riferisce anche e soprattutto allo scenario politico di stallo uscito dopo il voto del 4 marzo, con nessuna maggioranza parlamentare all’orizzonte. Tanto più dopo la chiusura del Pd a un alleanza con il M5s. «Abbiamo ancora - e questo riguarda tutti - avremo sempre bisogno di questa attitudine: del senso di responsabilità di saper collocare al centro l'interesse generale del Paese e dei suoi cittadini», ha sottolineato Mattarella in un passaggio del suo discorso apprezzato dal leader della Lega Matteo Salvini («Ha ragione il presidente Mattarella, gli interessi del Paese e degli italiani vengono prima di qualsiasi altro calcolo politico»).

Elezioni 2018: la road map fino alla formazione del governo

Mattarella: ogni energia contro femminicidio
Un discorso nel quale il presidente della Repubblica ha ribadito che «ogni energia va profusa per prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell'odio e del risentimento» e che «l’8 marzo ricorda alla coscienza, e alla cultura, del popolo italiano la centralità della questione femminile». Anche perché «le molestie, le violenze fisiche e morali che talvolta irrompono nei rapporti professionali e di lavoro o tra le mura domestiche, ferendo le coscienze, prevaricando libertà e speranze, costituiscono una realtà inaccettabile, e purtroppo tuttora presente» . Non solo. «L’Italia di oggi, nella stessa pubblica amministrazione, nei ruoli dirigenti, presenta un'immagine decisamente diversa da quella di pochi decenni or sono - ha ricordato ancora Mattarella - ma persistono lacune, svantaggiando le donne e svantaggiando il Paese».

Pd: Orlando, impossibile governo con M5S
Intanto la situazione politica resta di stallo, con scenari complicati per la creazione di una maggioranza parlamentare. «La legge elettorale ci offre due punti di partenza: quello della coalizione uscita vincitrice e della forza politica uscita vincitrice. Solo il presidente della repubblica può dare l’incipit» ha detto il ministro uscente Andrea Orlando, Pd, sulla possibile formazione del nuovo governo, a Radio Capital. E se il capo dello stato facesse capire che vede intesa Pd-M5S? «Quello che dice il capo dello stato - ha risposto Orlando - non può essere ignorato ma io non vedo le condizioni politiche programmatiche, non dobbiamo dirgli di 'no' ma spiegargli perché questo percorso è di difficile percorribilità, io credo di impossibile percorribilità». Su un punto, per il momento, si trovano dunque tutti formalmente d’accordo nel Pd (tranne l’area del governatore pugliese Michele Emiliano): no a un governo con i Cinque stelle. «La mia area e la maggioranza, in tutto il 90% del gruppo dirigente Pd, è contrario», ha assicurato ieri lo stesso Orlando, riunendo la sua corrente.

Lunedì la direzione dem
Lunedì la direzione del Pd prenderà atto delle dimissioni di Matteo Renzi da segretario e aprirà il percorso verso l’assemblea nazionale straordinaria di aprile, tendenzialmente dopo le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In realtà il passo indietro formale - spiegano dal quartier generale del segretario tentando di far passare la novità come una non capitolazione - è già stato presentato: c'è una lettera scritta lunedì scorso che sarà letta davanti al parlamentino del partito dal presidente Matteo Orfini. Il passo indietro annunciato lunedì scorso e subito congelato fino alla formazione del governo sarà insomma “scongelato”, e le dimissioni saranno operative da subito. Il che non è un dettaglio da poco: non sarà Renzi in prima persona a gestire la fase delle consultazioni e delle trattative per la formazione del nuovo governo bensì, come anticipato dal Sole 24 Ore, il vicesegretario Maurizio Martina.

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