Doppio colpo di di Eni che cede un’altra quota del super giacimento egiziano di Zohr ed entra negli Emirati Arabi Uniti rilevando un pacchetto di lungo periodo in due concessioni off-shore in produzione. L’ulteriore discesa nella connessione di Shorouk, in Egitto, arriva a valle dell’accordo con Mubadala Investment Company che si assicura così il 10% di Zohr per un corrispettivo pari a 934 milioni di dollari. Come noto, il gruppo guidato da Claudio Descalzi detiene attualmente una quota del 60%, mentre gli altri partner sono i russi di Rosneft con il 30% e il colosso inglese Bp con il 10% (entrambi hanno un’opzione per l'acquisto di un ulteriore 5%).
Contestualmente, Eni ha sottoscritto due concession agreement per entrare con un quota del 5% nel giacimento a olio di Lower Zakum e con un pacchetto del 10% nei giacimenti a olio, condensati e gas di Umm Shaif e Nasr, nell’offshore degli Emirati Arabi Uniti, per un esborso pari a 875 milioni di dollari. In entrambe le concessioni Adnoc, la compagnia nazionale petrolifera, possiede una quota del 60%. Alla cerimonia di firma erano presenti anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed Bin Zayed al Nahyan.
Grazie a questi accordi Eni mette così piede in un paese con le riserve di idrocarburi più grandi al mondo. «Siamo lieti di collaborare con Mubadala e di dargli il benvenuto come partner nella concessione di Shorouk - ha commentato l’ad di Eni Descalzi riferendosi all’intesa su Zohr -. Questo rappresenta un ulteriore segnale della qualità di questo asset di primaria importanza sviluppato da Eni». Quanto all’altro tassello, il numero uno ha sottolineato la strategicità dell’accordo che consentirà a Eni di allargare la sua presenza in Medio Oriente. «Le due concessioni - ha chiarito ancora Descalzi - danno accesso a giacimenti con un enorme potenziale ed Eni vuole contribuire alla massimizzazione della produzione futura con la sua tecnologia migliore».
© Riproduzione riservata