Tra accelerazioni e frenate, veti e proposte, le possibili strade per arrivare alla formazione di un nuovo governo - con relativa maggioranza - continuano ad essere il tema del giorno. Ad una settimana dal voto, prosegue infatti il pressing sul Pd dei partiti “vincitori” delle elezioni (Lega+Forza Italia e il M5S) perché “apra” ad una possibile convergenza. Dopo la corte fatta ai dem (e subito respinta) prima da Luigi Di Maio e poi da Matteo Salvini a tentare un approccio è oggi il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
Berlusconi: anche il Pd si faccia carico del nuovo Governo
Intervistato dalla Stampa l'ex Cavaliere da un lato ricorda che «nuove elezioni sarebbero allo stesso tempo un pessimo segnale per la democrazia e una strada probabilmente non risolutiva» In altre parole «Meglio, molto meglio perdere qualche settimana per un buon governo, se possibile, che mesi in una nuova campagna elettorale». Dall'altra, Berlusconi invita «anche il Pd» a farsi carico del nuovo governo. «Lasciare che Salvini conduca le trattative - aggiunge dopo aver riconosciuto che Salvini è il leader del partito più votato all'interno della coalizione più votata - non esclude cercare delle convergenze con altre forze. Ma sempre nello spirito della lealtà».
Elezioni 2018: la road map fino alla formazione del governo
Renzi ribadisce: noi all’opposizione
La risposta ufficiale dei dem dovrebbe arrivare nel pomeriggio, quando è in programma la direzione del partito aperta dalla relazione del vicepresidente Martina, ma il segretario dimissionario Matteo Renzi ha già anticipato il suo no alle sollecitazione di Berlusconi. «La linea politica» sul governo «mi sembra chiara e peraltro molto condivisa dalla stragrande maggioranza di voi. Basta vedere le vostre numerosissime email», scrive Renzi nella sua Enews Matteo Renzi, ribadendo la linea dell'opposizione.
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