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Telecom, domani ipotesi cigs per gestire esuberi al tavolo con i sindacati

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Telecom, domani ipotesi cigs per gestire esuberi al tavolo con i sindacati

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Aumentano i timori per la cassa integrazione straordinaria tra i dipendenti di Telecom Italia in un momento in cui l'azienda è sotto i riflettori per l'ingresso nel capitale da parte del fondo attivista Elliott. Domani, secondo quanto risulta a Radiocor, nell'incontro con i sindacati previsto nella sede di Val Cannuta sul piano di riorganizzazione del personale, l'azienda ha intenzione di mettere sul tavolo l'ipotesi della cigs per gestire gli esuberi. La richiesta, nel caso in cui Telecom andasse avanti su questa strada, non necessita dell'accordo delle sigle ma dovrebbe direttamente essere formalizzata al ministero del Lavoro. Da quel momento partirebbero i 25 giorni previsti dalla legge per esplorare soluzioni alternative.

La proposta di cigs, non essendo Telecom Italia un'azienda in perdita, non sarebbe legata a una situazione di crisi aziendale, ma al piano di ristrutturazione. In ogni caso i toni dell'incontro di domani, secondo quanto si apprende, non dovrebbero essere perentori, visto che si tratta dell'ultimo incontro presieduto da Agostino Nuzzolo, general counsel di Telecom Italia che aveva avuto nei mesi scorsi le deleghe ad interim per la gestione del personale. A giorni, infatti, Nuzzolo, passerà il testimone come capo del personale a Riccardo Meloni, proveniente dal gruppo Leonardo ma con precedenti esperienze in aziende di telecomunicazioni tra cui Tim. Domani, insomma, non sono ancora attese decisioni unilaterali da parte dell'azienda.

Inizialmente il gruppo aveva presentato ai sindacati un piano che coinvolgeva 10mila dipendenti per gestire altrettanti esuberi. In particolare 6.500 sarebbero usciti volontariamente grazie ai prepensionamenti e agli incentivi; 3.500 sarebbero stati riqualificati; al contempo, si prevedeva la solidarietà espansiva per finanziare 2mila assunzioni. Su questo punto, in particolare, i sindacati hanno alzato le barricate visto che a pagare le assunzioni sarebbero stati i dipendenti Telecom e visto che lo strumento della solidarietà espansiva non prevede un termine. L'azienda, in assenza di un accordo in tempo per il piano industriale che è stato presentato il 6 marzo, aveva minacciato iniziative «unilaterali». Domani inoltre Telecom dovrebbe mettere sul piatto anche l'ipotesi di applicare l'accordo del 2015 (quello firmato senza la Slc Cgil per gestire oltre 3mila esuberi) che prevedeva la possibilità di usare i prepensionamenti anche per il 2018. Si tratterebbe di una platea di mille persone per le quali si dovrebbe verificare la volontà di uscire dal gruppo.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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