L'Italia sfugga alla tentazione di barattare un po' di flessibilità su deficit e vincoli di bilancio con un declassamento del suo rango in Europa. Il monito alla politica, impegnata a cercare una maggioranza e un Governo dopo le urne, arriva da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. «Noi pensiamo che il deficit non si debba sfondare perché deficit significa fare debito pubblico», ha spiegato Boccia, parlando a margine dell'inaugurazione della nuova sede di Sorgenia a Milano. Quanto all’ipotesi di «andare a chiedere di fare piu' debito non mi sembra un capolavoro per l'Italia». Occorre la massima attenzione, dunque, ha aggiunto Boccia, «perché non vorremmo che a fronte di qualche decimale di flessibilità che ci viene concesso dall'Europa si perdano di vista le strategie europee che dobbiamo fare».
“Il dibattito deve passare da chi deve fare il premier a cosa si vuole fare come coalizione e quali effetti sull'economia reale si vogliono avere, con quali risorse, e intervenendo su quali saldi di bilancio”
Vincenzo Boccia, presidente Confindustria
Dirigenti italiani per la stagione di riforme Ue
Per il leader degli industriali, infatti, l'Italia deve capire «quali ruoli di primo piano politico deve avere il Paese dopo le elezioni europee, visto che Antonio Tajani dopo le elezioni non sarà piu' presidente del Parlamento europeo. Quali dirigenti di prima linea l'Italia deve avere in Europa per contribuire a una stagione di riforme europee insieme a Germania e Francia».
Dopo promesse politica chiarisca il nodo coperture
Il richiamo alla responsabilità dell'associazione degli industriali riguarda i rapporti tra Roma e Bruxelles ma anche il fronte interno della politica nazionale. In Italia, archiviate le Politiche, «il dibattito deve passare da chi deve fare il premier a cosa si vuole fare come coalizione e quali effetti sull'economia reale si vogliono avere, con quali risorse, e intervenendo su quali saldi di bilancio». sottolinea Boccia. Partiti e Movimenti, in altre parole, «ci devono dire come e dove vanno a prendere le risorse» con cui intendono rispettare le promesse elettorali. Che sono molte: dall’Iva «che non dovrebbe essere aumentata», per la quale servono circa 12 miliardi, al reddito di cittadinanza, che secondo le stime del M5S costerebbe 15 miliardi, e la flat tax, promossa dal centrodestra.
Dalle cose da fare a quelle da non fare
Tre promesse elettorali che potrebbero avere un «impatto sul deficit del Paese», ha ricordato Boccia, perche' «abbiamo un debito pubblico rilevante e dobbiamo fare i conti con quella che è la questione italiana». Il debito pubblico «deve scendere», e per farlo occorre «continuare a spingere sulla crescita, ridurre il debito pubblico e fare operazioni che possano essere inclusive, a partire dal mondo del lavoro». Dalle cose da fare a quelle da non fare. La richiesta di Confindustria è quella di «non smontare provvedimenti che hanno avuto effetti sull'economia reale: industria 4.0, riforma Fornero e Jobs Act», mentre azioni positive vanno intraprese per ridurre i divari. Le priorità sono un taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l’introduzione di un reddito di inclusione per le fasce di poverta', ma sempre facendo «“attenzione al deficit del Paese».
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