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Def, Gentiloni consulta i partiti: probabile rinvio

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sei accordi mef-ministeri per monitorare tagli

Def, Gentiloni consulta i partiti: probabile rinvio

Sono in corso contatti con i Presidenti delle Camere e i leader dei principali partiti durante i quali il premier Paolo Gentiloni avrebbe ipotizzato un rinvio di due o tre settimane nella presentazione del Def da parte del governo. Qualora si andasse in tempi rapidi verso la formazione di un nuovo esecutivo sarebbe più logico che a presentare il Def fosse il nuovo governo. Se la crisi si protraesse oltre, Gentiloni presenterebbe invece un Def a politiche invariate. La possibilità di un rinvio limitato nel tempo - fanno notare fonti di palazzo Chigi - sarebbe stata accordata dalla Commissione Europea anche sulla base di analoghi precedenti di coincidenza tra la scadenza del Def e cambiamenti di governo in singoli paesi membri dell'Unione.

Entro il 30 aprile va inviato il Def a Bruxelles
La legge prevede che il Documento di economia e finanza sia presentato entro il 10 aprile. Va trasmesso a Bruxelles, normalmente dopo l’approvazione in Parlamento delle relative risoluzioni, entro il 30 aprile. Entro quella data infatti il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma, contenuti nel Documento di economia e finanza (Def), devono essere inviati dal Governo italiano alla Commissione europea. Il Programma di stabilità contiene le previsioni economiche e di finanza pubblica per il prossimo triennio. Il Programma nazionale di riforma contiene lo stato di avanzamento delle riforme avviate, gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori che incidono sulla competitività.

Verso un Def in versione light

Sei accordi Mef-ministeri per monitorare i tagli
Intanto il ministero dell’Economia ha siglato i primi accordi con sei ministeri (Mise, Ministero del Lavoro, dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Salute e della Giustizia, ma a giorni seguiranno gli altri) per monitorare i tagli di
spesa per un totale di circa un miliardo assegnati complessivamente ai dicasteri dal Def 2017.

Sul sito del Mef si legge che «nell’ottica di un rafforzamento della programmazione finanziaria e con l’obiettivo di conseguire un maggior grado di strutturazione e sistematicità del processo di revisione della spesa, le recenti modifiche alla legge di contabilità e finanza pubblica hanno previsto l’introduzione dell’attività ordinaria di spending review dei ministeri nel ciclo di bilancio (articolo 22-bis della legge n. 196 del 2009 e successive modifiche). - evidenzia il Mef sul suo sito - Il nuovo processo è stato attuato per la prima volta nel 2017 con riferimento al triennio di programmazione 2018-2020. L’obiettivo di risparmio strutturale assegnato nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017, pari ad almeno un miliardo di euro sull'indebitamento netto, è stato successivamente ripartito tra i Ministeri con un apposito DPCM e quindi declinato con proposte di intervento formulate da ciascuna amministrazione per la legge di bilancio 2018-2020. Questi interventi saranno oggetto dello specifico monitoraggio, al fine di verificare l'effettivo conseguimento degli obiettivi di spesa assegnati e degli effetti anche in termini di quantità e qualità di beni e servizi erogati».

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