M5S e centrodestra guardano al Def, il documento con cui vengono programmate le linee di politica economica che l’Italia svilupperà nel prossimo triennio, come prima occasione per lanciare un messaggio agli elettori che li hanno scelti alle elezioni del 4 marzo. Si sposta dunque sul primo appuntamento economico dopo il voto il duello a distanza tra i due vincitori delle elezioni. Se e quando sarà superato lo scoglio delle presidenze delle Camere, potrebbe essere proprio il Def un nuovo banco di prova anche per la ricerca di una maggioranza di governo.
La scadenza del 10 aprile per consegnare il testo al parlamento
Il documento andrà consegnato al parlamento entro il 10 aprile. Una volta ottenuto il via libera delle due camere - una risoluzione andrà approvata a maggioranza -, il testo sarà inviato a Bruxelles (c’è tempo fino a fine mese per effettuare questa operazione). Allo stato attuale non dovrebbero esserci riferimenti al reddito di cittadinanza, la proposta avanzata dai Cinque Stelle. Non è invece escluso un passaggio sulla flat tax, proposta dalla coalizione di centrodestra. Le due soluzioni, che sono alla base di gran parte del successo elettorale ottenuto, avrebbero un impatto forte sui conti pubblici: costerebbero assieme circa 80 miliardi (considerando i 63 miliardi della tassa piatta e i 17 miliardi del reddito minimo). Entrambe le forze politiche hanno assicurato che le coperture ci sono.
La posizione del governo uscente: serve un Def neutro
Allo stato attuale le due forze politiche stanno ancora valutando su quali misure puntare. L’idea di integrare il documento peraltro poco si concilia con la posizione del governo uscente: da questo punto di vista la linea, concordata con Bruxelles, è quella di elaborare un Def “neutro”, nell’attesa che entri in carica un nuovo esecutivo. In particolare il Tesoro ha già annunciato di avere in preparazione un documento che aggiornerà solo il quadro tendenziale della finanza pubblica, lasciando le scelte programmatiche al prossimo esecutivo.
Di Maio: al lavoro per una proposta che presenteremo nei prossimi giorni
Per quanto riguarda M5S a dare la linea è Luigi Di Maio. «Noi - scrive su facebook - partiremo dai temi che stanno a cuore e su questi noi siamo a pronti a trovare una convergenza con tutte le forze politiche. La prima occasione utile sarà la presentazione del Def», conferma il leader politico del Movimento, per la cui approvazione «il gruppo parlamentare del M5S sarà determinante. Noi - aggiunge - abbiamo già le idee chiare e siamo al lavoro per una proposta che renderemo nota nei prossimi giorni». Più in generale Di Maio mette in evidenza che «in questo momento il M5S è determinante, un governo senza di noi non si può fare a meno che - e sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia - non decidano di fare un governo con tutti contro di noi ma in quel caso sarebbe la loro fine».
Proposta M5S prudente su sforamento del 3%
Allo stato attuale, sarebbero due le linee su cui si svilupperebbe la proposta di M5S: conferma dell’obiettivo di medio termine previsto dalle regole Ue per quanto riguarda i conti pubblici e spinta agli investimenti pubblici, così da consolidare la crescita dell’economia italiana. Quindi non sarebbero contemplate interruzioni traumatiche rispetto alla linea tenuta nel recente passato dall’attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: rispetto degli impegni e delle regole di finanza pubblica condivise nei Trattati europei e “maggiore espansività”. Ieri il capogruppo designato al Senato Danilo Toninelli ha sottolineato che «il primo passaggio fondamentale di questa legislatura sarà il Def dove noi imporremo quei temi economici per cui i cittadini ci hanno dato fiducia ovvero l’abbassamento delle tasse e l’abbassamento della povertà».
Il contro Def della Lega
Anche la Lega, ha spiegato Matteo Salvini, sta preparando un “contro-Def” rispetto a quello, tecnico e senza indicazioni programmatiche, che sta all’attenzione del governo ancora in carica. Un documento da sottoporre a tutte le forze politiche per cercare convergenze in Parlamento. Magari anche con il sostegno di un Pd “derenzizzato”. Salvini vuole una manovra in direzione “opposta” a quello che chiede l’Europa: «meno tasse». La distanza con i Cinque Stelle è tutta sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia di M5S in campagna elettorale e visto come fumo negli occhi dalla Lega.
Brunetta (Fi): sì a flat tax, no a reddito di cittadinanza
Nella coalizione di centrodestra Renato Brunetta (Fi) chiarisce che l’intero centrodestra sta preparando una risoluzione unitaria con alcuni punti «imprescindibili» del programma elettorale, dalla flat tax all’abolizione della legge Fornero. Anche Fi è contraria a ogni ipotesi di reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Allo stato attuale dunque un punto di incontro tra le due forze politiche uscite vincitrici dalle elezioni è lontano, non quanto la scadenza del 10 aprile.
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