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Referendum Atac: No di M5S, libertà di voto per Fi e Pd…

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trasporti a Roma

Referendum Atac: No di M5S, libertà di voto per Fi e Pd diviso, ecco tutte le posizioni dei partiti

Il 3 giugno prossimo i romani saranno chiamati al voto per il referendum consultivo, promosso dai Radicali Italiani, sulla messa a gara del trasporto pubblico a Roma, oggi gestito in massima parte da Atac (100% del Comune). E se i 5 stelle e la sinistra fuori dal Pd hanno già fatto sentire la loro voce contro «l’apertura ai privati», il Pd non ha ancora preso una posizione ufficiale, anche perché al suo interno c’è chi è a favore e chi contro. Anche il centrodestra è partito in sordina, con FdI e Lega che ancora non si sono espressi, mentre Fi lascerà libertà di scelta ai propri elettori.

Radicali da soli per il sì
Per il momento, come partito, a favore del sì ci sono solo i Radicali Italiani, anche se ancora non è stato formato un comitato ad hoc. Radicali che proprio ieri hanno impugnano davanti al Tar del Lazio la delibera con cui l’Assemblea capitolina ha prorogato dal 2019 al 2021 l’affidamento diretto ad Atac della gestione del servizio di trasporto. Alcuni esponenti di primo piano del Pd hanno firmato per la consultazione: dal ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda al sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, per non parlare dell’ex candidato sindaco Roberto Giachetti (vicino ai radicali). Tra i referendari anche esponenti non della maggioranza Pd, come l’ex vicesindaco della giunta Rutelli, Walter Tocci.

Pd diviso
Nonostante queste posizioni, il Pd non ha preso una posizione ufficiale per il sì, anche perché ci sono alcuni esponenti locali del partito che sono per il no. Come Daniele Torquati, ex minisindaco del XV municipio, che ha dato il suo sostegno al comitato per il no “Mejo de no”. Il segretario romano del Pd Andrea Casu, a luglio, aveva chiesto al partito di non dividersi sulla questione. Ma una indicazione ufficiale, che sia anche la libertà di voto, ancora non è venuta: si è deciso di fare ricorso quindi allo strumento del referendum consultivo fra gli iscritti, (per ora fissato per il 12 e 13 maggio) per definire la posizione ufficiale del partito.

Centrodestra a fari spenti
«Noi lasceremo libertà di scelta ai nostri elettori», spiega Davide Bordoni, capogruppo Fi in Campidoglio. Fratelli d’Italia, che pure ha un suo peso a Roma, ancora non ha preso una posizione. Dalla Lega, invece, fanno sapere che una posizione ufficiale il partito la prenderà, e verrà comunicata nei prossimi giorni.

Sinistra schierata per il no
Un altro comitato per il no, Abc - Atac bene comune, è nato avendo come promotori molti esponenti della sinistra fuori dal Pd. Come il deputato di Liberi e Uguali e consigliere comunale di Sinistra X Roma Stefano Fassina: «Nei prossimi giorni inizieremo una campagna di volantinaggio per poi arrivare a una grande manifestazione che si terrà alla fine del mese», ha detto.

La diffida a Raggi sulla data del voto
Intanto i Radicali hanno inviato una diffida alla sindaca di Roma Virginia Raggi perché si pronunci in modo netto sulla data del referendum. «In giornata, ad horas - ha spiegato il segretario romano e consigliere regionale del Lazio Alessandro Capriccioli - Raggi deve dichiarare se intende mantenere la data del referendum per il 3 giugno o se intende rimandarlo». Capriccioli ha spiegato che, con la caduta dei Municipi III e VIII e le conseguenti elezioni, si è venuto a creare un “incastro diabolico” tra normative differenti in merito alla compatibilità delle date.

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