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Sulla Siria Salvini alza il tiro per evitare la trappola dell'incarico

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dopo l’attacco nella notte

Sulla Siria Salvini alza il tiro per evitare la trappola dell'incarico

Luigi Di Maio e Matteo Salvini
Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Al bombardamento sulla Siria il centrodestra risponde in ordine sparso, con Salvini che attacca a testa bassa il raid portato avanti da Usa, Francia e Gran Bretagna mentre Berlusconi preferisce mantenere toni pacati dettati dalla prudenza. Un atteggiamento, quello del Cavaliere, che, paradossalmente, è simile a quello manifestato dal M5S, attento a misurare le parole e favorevole alla linea portata avanti in queste ore dal premier Paolo Gentiloni.

Anche Salvini ha detto di condividere la scelta del non intervento del governo italiano (cosi come di quello tedesco). Ma contrariamente a Berlusconi e a Di Maio, il leader della Lega ha sposato in pieno la tesi della Russia (ma anche di Assad) bollando la notizia sull'uso di armi chimiche da parte del presidente siriano una fake news per giustificare il bombardamento della notte scorsa.

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La posizione del leader della Lega non stupisce ma la durezza del tono e delle parole utilizzate sono decisamente lontani da quelli che ci si aspetta da un premier. Salvini ne è certamente consapevole e probabilmente la ruvidezza della sua uscita punta proprio a impedire o ritardare quella che potremmo definire la trappola dell'incarico di cui come ha già detto e ripetuto piu volte non ne vuol sapere senza che ci sia già una chiara maggioranza.

Salvini non vuole infatti rimanere “bruciato”. Rifiutarsi però significherebbe ammettere davanti a tutti di non volersi assumere la responsabilità di provare a formare il governo. Ma dopo le parole di stamane su Usa, Francia e Gran Bretagna, per il capo dello Stato sarà piu difficile iscriverlo tra i potenziali premier. Ed è probabilmente proprio questo l'obiettivo che Salvini (ma non Berlusconi e neppure la Meloni) aveva in mente quando di buon mattino si è messo a twittare.

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