Sono venticinque i giorni trascorsi dalla prima seduta delle Camere dopo le elezioni politiche, e tredici dall’inizio del primo round di consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. Il tempo è passato senza che sia stata raggiunta un’intesa, e salgono le quotazioni di un mandato esplorativo. Non sarebbe la prima volta. Nella storia della Repubblica sono stati sette i mandati esplorativi conferiti dal Quirinale: quattro a presidenti del Senato
(Merzagora, 1957; Fanfani, 1986; Spadolini, 1989; Marini, 2008) e tre a presidenti della Camera (Leone, 1960; Pertini, 1968 Iotti, 1987).
Il tentativo infruttuoso di Leone nel 1960
Uno dei primi mandati esplorativi viene considerato quello che il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi affidò nel 1960 al presidente della Camera Giovanni Leone, entrambi democristiani, che aveva lo scopo di verificare la possibilità di far nascere un governo di centrosinistra, a cui partecipassero tanto i socialisti quanto i democristiani. Leone però non ebbe successo.
L’esplorazione di Nilde Iotti
Non ebbe successo neanche un altro tentativo, fatto oltre vent’anni anni dopo, il primo e fino ad ora unico affidato a una donna. Nel 1987 il governo Craxi entrò in crisi e il presidente Francesco Cossiga affidò un mandato esplorativo alla presidente della Camera Nilde Iotti, deputata del Pci. L’abitudine di assegnare mandati esplorativi è quasi scomparsa con l’avvento della Seconda Repubblica. Fino alle elezioni del 2013, il voto ha sempre prodotto maggioranze autonome nelle quali era subito chiaro a chi sarebbe spettato l’incarico di formare un governo. I mandati esplorativi non sono stati quasi mai utilizzati nemmeno durante le numerose crisi di governo di questi ultimi 25 anni.
La Seconda repubblica e l’incarico a Franco Marini
Il primo, e fino a oggi ultimo, mandato esplorativo nella storia della Seconda Repubblica è quello che Giorgio Napolitano affidò nel gennaio del 2008 a Franco Marini, allora presidente del Senato. Il governo Prodi era da poco caduto a causa dei voti contrari dell’estrema sinistra e dell’Udeur del ministro della Giustizia Clemente Mastella e Napolitano voleva verificare se fosse possibile trovare una nuova maggioranza con cui riformare la legge elettorale prima di tornare al voto. Ma il tentativo di Marini non ebbe successo.
Le scelte di Mattarella, in pole Casellati
La scelta che compirà con ogni probabilità domani il capo dello Stato potrebbe quindi coincidere con il primo ritorno del mandato esplorativo dopo dieci anni di assenza dalla storia repubblicana. Nelle ultime ore sembrano crescere le probabilità che Mattarella affidi questo tipo di mandato alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, la seconda carica dello Stato, quella a cui toccherebbe sostituire e rappresentare il presidente della Repubblica in caso di assenza o impedimento.
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