Il Fondo monetario internazionale ha appena decretato il sorpasso degli spagnoli sugli italiani: in base al potere d’acquisto dall’anno scorso sarebbero più ricchi di noi. Il derby tra Spagna Italia - dall’economia al calcio - dura ormai da decenni con risultati alterni nel tempo. Ma c’è un primato su cui ormai siamo fuori gara, nonostante in passato fossimo noi i “campioni” mondiali: è quello sul turismo. Che per la Spagna è diventata la prima industria, una vera gallina dalle uova d’oro: nel 2017, anno record per la Spagna (+9% di arrivi), sono stati incassati oltre 80 miliardi dai turisti stranieri, 40 miliardi in più dell’Italia.
Sono ormai lontani gli anni Sessanta e Settanta quando l’Italia era la prima destinazione turistica al mondo. Oggi siamo scesi al quinto posto dietro la Cina, mentre la Spagna che ha investito molto in questo settore ha scalato la classifica e ormai ha superato gli Usa scesi al terzo posto e ha praticamente affiancato la Francia che è la prima destinazione al mondo. Nel 2017 il turismo spagnolo - complice anche la crisi dei Paesi della sponda Sud del mediterraneo di cui abbiamo beneficato anche noi -ha battuto il proprio record di visitatori internazionali, con l'arrivo di 82 milioni di turisti ed un incremento dell’8,9% rispetto al 2016. Anche in Italia i numeri sono molto positivi: si stima una crescita nel 2017 del 4% (metà di quella spagnola) con 60 milioni di arrivi dall’estero. E questo boom di turisti si è soprattutto tradotto in maggiori incassi: per la Spagna - secondo i dati dell’Instituto Nacional de Estadística - gli introiti hanno raggiunto gli 87 miliardi, con un incremento del 12,4% rispetto all'anno precedente. In Italia in attesa dei dati ufficiali di Bankitalia, si stima un incasso in crescita di oltre 40 miliardi dagli stranieri. La metà della Spagna. Una differenza dovuta anche al fatto che i turisti stranieri in Spagna si fermano di più: oltre sette giorni contro i 3,5 in Italia (la metà anche in questo caso).
Ma come mai questo gap con un Paese che ha caratteristiche molto simili alle nostre? E cioè un mix di storia, cultura, mare e natura? Di sicuro c’è il fatto che il Governo spagnolo da almeno un decennio ha fatto del turismo un settore strategico per la propria economia. E si è trattato di una scelta azzeccata perché l’unica voce che non ha vissuto declino in questi anni di crisi è stato proprio il turismo che in tutto il mondo continua a crescere senza sosta (nel 2016 si è sfondato il muro di 1,2 miliardi di turisti). L’Italia ha deciso invece di restare a guardare, almeno fino all’anno scorso quando è stato licenziato il primo piano strategico sul turismo che tra le altre cose punta a lanciare le mete alternative a quelle più gettonate (come le città d’arte). E questo ritardo nella pianificazione ci ha reso sicuramente meno concorrenziali come dimostra anche l’indice di competitività turistica del World Economic Forum. La Spagna supera infatti tutti e 14 i parametri che compongono questo indice che comprende accoglienza delle strutture, attrattive turistiche, livello delle infrastrutture, programmi dedicati a single e famiglie passando per spiagge, clima, cibo e arte. Se gli spagnoli sono primi in questa classifica di competitività turistica, l’Italia è solo ottava. Eppure il nostro potenziale è enorme se è vero che sette viaggiatori su 10 nel mondo sostengono che, in caso di vincita di un biglietto per una vacanza, sceglierebbero proprio l'Italia come prima destinazione. Insomma recuperare questi 40 miliardi rispetto alla Spagna (oltre 2 punti di Pil per noi) non è affatto impossibile. Basta decidere di farla diventare una priorità nazionale.
© Riproduzione riservata