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Dal mandato esplorativo a Fico al preincarico a Di Maio, tutte le ipotesi in campo

La situazione per ora è bloccata. Anche il secondo giro di consultazioni della presidente del Senato Elisabetta Casellati si è concluso con un nulla di fatto. Il veto del M5s sul partito di Silvio Berlusconi (e anche su FdI) è stato confermato da Luigi Di Maio, sia pure con la novità della disponibilità a un appoggio esterno di Forza Italia. Disponibilità però bocciata dal Cavaliere, che rifiuta il ruolo di comprimario marginale. E che oggi ha usato parole molto dure nei confronti dei Cinquestelle («Rappresentano un pericolo per l'Italia»). Casellati, che ha ricevuto mercoledì il mandato esplorativo dal Quirinale per sondare i margini per la costituzione di un governo M5S-centrodestra, ha riferito stamattina al Capo dello Stato sull’esito del. E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di prendersi due giorni di riflessione prima di ulteriori iniziative. Quali sono le prospettive in campo?

Mandato esplorativo a Fico
Con la certificazione del fallimento della presidente del Senato, Mattarella potrebbe affidare un incarico esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, sul modello di quello affidato alla Casellati, ma stavolta a partire dal sondaggio della possibilità di un accordo tra M5s e Pd. Ma forse non solo limitate a questo tipo di esecutivo.

Preincarico a Di Maio
Il leader M5S Luigi Di Maio, che nelle ultime settimane ha fatto fede di atlantismo e ha rispettato i binari tracciati da Mattarella nella politica estera ed Ue (a partire dalla presa di posizione sui raid di Usa e alleati in Siria), potrebbe “guadagnarsi” un pre-incarico da Mattarella dal duplice sbocco: ottenere l’appoggio (con annesso strappo con FI) della Lega o il sostegno di un Pd ancora fermo all’opposizione ma mai così in fermento come in queste ore.

Preincarico a Salvini
Le parole di Salvini («sono pronto a scendere in campo io») fanno pensare alla richiesta di un preincarico da parte del leader Carroccio: per guidare un governo Lega-M5s, infarcito di ministri pentastellati, arrivando alla rottura con Silvio Berlusconi; o per continuare a trattare direttamente lui con gli alleati, senza rompere il perimetro del centro-destra. Ma il collocamento in politica estera di Salvini rappresenta per Mattarella una pesante controindicazione, soprattutto a causa delle posizioni filorusse del leader della Lega, ribadite in merito alla crisi siriana.

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Governo centrodestra guidato da Giorgetti
Il capogruppo della Lega Giancarlo Giorgetti è una figura molto apprezzata in ambienti dem. Resta dunque la suggestione di un governo a guida Giorgetti che coinvolga il centro-destra con pezzi di Pd. È una soluzione che piace a Berlusconi, che punta a un governo di centrodestra che trovi in Parlamento (tra il gruppo misto e una parte del Pd) i voti alnecessari. Ma si scontrerebbe con il «mai al governo con il Pd» pronunciato a più riprese da Salvini, che peraltro si è sempre detto disponibile a rinunciare alla premiership pur di favorire il varo di un esecutivo di centrodestra. Non solo. È una ipotesi respinta al mittente anche in larghi settori dem. «Berlusconi sogna se pensa di potersi prendere alcuni esponenti del Pd. E sogna ancora di più se pensa che possa esserci il Pd a sostegno di un governo con Salvini e la Meloni» ha detto oggi il vicepresidente Pd della Camera Ettore Rosato.

Governo istituzionale o del presidente
Esclusa da Mattarella l’ipotesi del ritorno immediato alle urne, l’alternativa al fallimento delle trattative potrebbe essere anche un governo del presidente che sarebbe propedeutico a nuove elezioni e a tempo. È un’ipotesi gradita a Berlusconi, che non ha mai fatto mistero del fatto che, in mancanza di un governo del centrodestra, opterebbe volentieri per un esecutivo istituzionale o del Presidente. Ci puntano molti esponenti del Pd spaventati dalla prospettiva dal ritorno alle urne a breve. E non è detto che gli stessi Salvini e Di Maio, ora assolutamente contrari, alla fine potrebbero accettarlo a condizione che, oltre a essere a tempo, abbia in agenda la riforma della legge elettorale.

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