Che Silvio Berlusconi non faccia mistero di considerare in privato e definire in pubblico il M5s «un pericolo per la democrazia» è cosa nota. Colpisce il crescendo di attacchi al limite dell’iperbole ai quali sta ricorrendo il Cavaliere, sempre più preoccupato dalla prospettiva di un governo con dentro i Cinquestelle. Oggi alle Malghe di Porzus (Udine), a margine della cerimonia per il 25 aprile, ha raccontato di persone che gli avrebbero riferito di sentirsi di fronte ai Cinquestelle come «gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler».
Salvini: Cav su M5S? Stufo di insulti, rispetti voto
Un’uscita per niente apprezzata dal leader della Lega Matteo Salvini. «Berlusconi paragona i 5Stelle ai nazisti? È meglio tacere, e rispettare il voto degli italiani, invece di dire sciocchezze. Io voglio dare un governo all'Italia, sono stufo di insulti, capricci e litigi» ha commentato il segretario del Carroccio, sempre più allergico alle «sparate» del Cavaliere per evitare il «matrimonio» Lega-M5s. Un paragone, quello odierno di Berlusconi, per la verità non nuovissimo, perché già qualche anno fa il leader azzurro aveva paragonato la «posizione assolutistica e antidemocratica di Hitler» con quella del fondatore M5s Beppe Grillo.
Le invettive durante il tour molisano
Ma è stata tutta la campagna elettorale in Molise per tirare la volata al candidato del centrodestra Donato Toma (risultato vincitore sull’aspirante governatore M5s Andrea Greco, partito favorito) ad essere stata un crescendo di invettive contro i M5S. A suon di: «Nessun accordo è possibile con i 5 Stelle, un partito che non conosce l'abc della democrazia, che prova invidia sociale, formato solo da disoccupati e sfaccendati, e che rappresenta un pericolo per l'Italia». Strali saliti di tono con la definizione dei Cinquestelle come: «Gente che non ha mai fatto nulla nella vita: nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi».
L’attacco dopo le consultazioni al Quirinale
Difficile dimenticare del resto lo show del 12 aprile, quando, dopo il secondo giro di consultazioni con il presidente Mattarella (e la delegazione di centrodestra questa volta salita unita al Colle), alla fine del resoconto di Salvini, portavoce di tutta la coalizione, fu Berlusconi a tornare indietro un istante per riprendersi la scena e lanciare dal microfono il suo messaggio all’Italia: «Sappiate distinguere chi è democratico da chi non conosce nemmeno l'abc della democrazia». Un riferimento al M5s che non piacque affatto neanche in quell’occasione a Salvini, impegnato nella trattativa con il Movimento. Tant’è che quell’uscita fu bollata come una iniziativa a titolo personale del Cavaliere.
© Riproduzione riservata