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I robot distruggono posti di lavoro? In Germania è vero il contrario

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metÀ aziende in industria 4.0

I robot distruggono posti di lavoro? In Germania è vero il contrario

È uno degli spettri più evocati quando si parla della quarta rivoluzione industriale: i robot prenderanno il posto degli umani in fabbrica eliminando milioni di posti di lavoro. Leggendo i risultati di una approfondita indagine del Zew di Mannheim, il prestigioso centro tedesco per la ricerca economica, al momento le cose sembrando andare diversamente: finora sarebbero, anche se di poco, più i nuovi posti di lavoro creati di quelli scomparsi a causa dalle nuove tecnologie. Nelle aziende tedesche che hanno abbracciato industria 4.0 - circa la metà - dal 2011 al 2016 l’occupazione è crescita dello 0,2% all’anno.

L’indagine del team dei ricercatori di Zew è stata commissionata direttamente dal Governo, in particolare dal ministero per l’Educazione e la Ricerca. E per prima cosa questo progetto di ricerca sulla «Digitalizzazione e il futuro del Lavoro» ha messo in luce che metà delle aziende tedesche ha abbracciato la quarta rivoluzione industriale. In particolare il 33,9% già utilizza tecnologie 4.0 (Iot, big data, robotica, ecc.), mentre un altro 17,6% dichiara che l’utilizzo di tecnologia 4.0 è parte centrale del modello industriale seguito dall’azienda. Insomma oltre il 50% è già proiettato in questa rivoluzione digitale della produzione, contro un 2,1%che ha programmato di farlo e un altro 15% che ci sta pensando. Solo il 31,4% del campione di aziende tedesche dice invece di non utilizzare ancora nessuna tecnologia e di non avere in programma di farlo a breve. La ricerca mostra comunque che le nuove tecnologie si concentrano soprattutto tra linee produttive e uffici di marketing e comunicazione.

L'UTILIZZO DI TECNOLOGIA 4.0 NELLE IMPRESE TEDESCHE
Fonte: Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung
L'EFFETTO DELLA TECNOLOGIA SULL'OCCUPAZIONE, 2011-2016
Variazione dell'occupazione, dati in percentuale (Fonte: Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung)

L’altro dato che emerge è che gli investimenti in tecnologia hanno prodotto alla fine un saldo positivo dell’occupazione dell’1% tra il 2011 e il 2016, in pratica tra tagli e nuove assunzioni si è registrato un aumento dei posti di lavoro dello 0,2% all’anno. «Nonostante queste tecnologie abbiano un effetto di sostituzione di molti lavori , finora però hanno creato nuova occupazione in misura maggiore di quella che hanno sostituito. L’effetto complessivo è infatti leggermente positivo», avverte Melanie Arntz a capo del dipartimento di ricerca sul lavoro di Zew. Che ricorda come a fronte della scomparsa di lavori di routine che perdono senso di fronte all’introduzione di processi digitali emerge la necessità di lavori come sviluppatori di software e programmatori e esperti di dati. L’indagine prevede tra l’altro che il tasso di crescita tra il 2016 e il 2021 dei nuovi lavori possa crescere a un ritmo doppio all’anno (+0,4%) a patto che si affrontino nodi cruciali come la formazione e l’aggiornamento dei lavoratori più coinvolti dall’impatto delle nuove tecnologie.

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