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Dossier Ambassador gastronomici per il made in Italy

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    Dossier | N. (none) articoliRapporto Food & Wine

    Ambassador gastronomici per il made in Italy

    L’ultima operazione è targata Ornellaia, top brand mondiale del vino del gruppo Frescobaldi. Il primo ristorante Ornellaia ha aperto a Zurigo di recente, in partnership con il gruppo Bindella. Ambasciatore del made in Italy a tavola in questo caso è un giovane chef, Giuseppe D’Errico. Giovane d’età, ma già stagionato alla dura scuola Troisgros, cui spetta il primato di longevità Michelin: tre stelle ininterrottamente dal 1968, nel cuore della Francia. Troisgros fa il paio con Bocuse.

    Poche parole: «La cucina è cultura, la manualità viene semmai dopo», dice D’Errico, che oggi si trova a essere uno di quei top ambassador del made in Italy che fa opinione nel mondo. Il ristorante Ornellaia, nel cuore della Zurigo degli affari, è punto di riferimento per top manager della finanza mondiale che amministrano centinaia di miliardi di patrimoni privati, così come del vertice della Fifa. Poche parole e molto chiare. «I valori di un piatto per Michel Troisgros: bello, buono, semplice» dice D’Errico, che a Zurigo riesce a comunicare l’eccellenza del nostro Paese.

    Ci spostiamo di migliaia di chilometri, a Hong Kong, dove troviamo lo chef Umberto Bombana che, con il ristorante Toscana al Ritz Carlton, ha insegnato i valori dell’Italia a tavola in terra d’Asia. Ora Bombana con il ristorante Otto e mezzo promuove l’alimentare italiano d’eccellenza, dai tartufi di Alba al Brunello
    di Montalcino.

    Due esempi tra tante iniziative: Niko Romito (alleato con Bnp Paribas) con gli hotel Bulgari nel mondo, Enrico Bartolini tra Asia e Medio Oriente, Igles Corelli con i sui bistrot gourmet Mercerie da sviluppare a livello internazionale, e così via, gli chef italiani in giro per il mondo sono tanti. La cucina italiana è cult: pensiamo solo al ruolo svolto dalla famiglia Cipriani in relazione al jet set internazionale.

    Il fattore ambassador è fondamentale. È questa una strada decisiva per promuovere il made in Italy agroalimentare. Bene le iniziative come Extraordinary italian taste, con il coordinamento della Farnesina, o come Authentic italian table - tra le ultime messe in campo in ordine di tempo - promossa da Assocamerestero: oltre 50 eventi, 50 tra consorzi, cantine, aziende del food & wine e del lifestyle italiani presenti, più di 500 importatori e distributori locali e oltre 100 ristoranti italiani certificati coinvolti tra Stati Uniti, Canada e Messico. L’area Nafta è il primo riferimento per il food & beverage made in Italy al di fuori dell’Europa, con un valore dell’export pari a 4,8 miliardi nel 2017. Occorre dunque mobilitare tutte le risorse per diffondere la cultura del cibo italiano di qualità e contrastare gli inganni ai consumatori
    basati su una falsa percezione di italianità.

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