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Giochi e scommesse, tra 2000 e 2016 raccolta quintuplicata, da 20 a 96…

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in vincite 77 miliardi

Giochi e scommesse, tra 2000 e 2016 raccolta quintuplicata, da 20 a 96 miliardi

Giocatori alle slot machine
Giocatori alle slot machine

Rien ne va plus: la raccolta del mercato dei giochi quintuplica in cinque anni grazie al web. Dal 2002 i concessionari possono raccogliere giocate tramite internet e rete telefonica. Questo ha portato a una proliferazione di giocate online e di eventi live. Dal 2000 al 2016 la raccolta complessiva dei giochi è quintuplicata passando da 20 a 96 miliardi di euro circa. E si stima per il 2017 un ulteriore incremento fino a quota 102 miliardi. Lo attesta un focus dell’Upb, Ufficio parlamentare di bilancio, dal titolo “La fiscalità nel settore giochi”.

Nel 2016 premi per 77 miliardi
Nel 2016 sono stati vinti 77 miliardi di euro, che rappresentano circa l’80% delle entrate. Il restante 20%, spiega il focus Upb, oltre 19 miliardi, è stato ripartito fra entrate erariali (circa 10 miliardi, pari allo 0,6% del Pil e a più del 2% delle entrate tributarie complessive) e fatturato del settore, oltre 9 miliardi, l’8,5% della raccolta. Si è assistito a una contrazione dei giochi tradizionali e a un aumento significativo dei giochi di nuova generazione (oltre il 17% annuo).

In Abruzzo la raccolta pro-capite più alta
In Abruzzo è stata registrata la raccolta pro-capite più alta con ben 1.767 euro. Segue la Lombardia con 1.748 euro e l’Emilia Romagna con 1.668 euro. Al Sud medie più basse (1.291 euro) rispetto alla media complessiva che si attesta a 1.475 euro. In compenso però nel Mezzogiorno c’è una maggiore propensione all’azzardo: 8,3% contro una media nazionale del 7,2%. La propensione più elevata si registra in Campania (10,2%) e in Abruzzo (9,7%). Al Nord la media è pari al 6,5 per cento.

Aumenta il flusso verso i bookmakers esteri
In forte crescita, nonostante l’ordinamento italiano non lo consentisse, il flusso di scommesse verso i bookmakers esteri: operando legalmente in altri Stati accettavano puntate Internet e le facevano confluire nelle proprie reti di trasmissione dei dati. Per questo nel 2006 è stata avviata una graduale apertura del mercato italiano. Oggi gli operatori dello Spazio economico europeo «possono accettare scommesse - sottolinea il report - da quanti risiedono in Italia a condizione che siano in possesso di regolare licenza italiana o siano in accordo d'affari con un altro soggetto titolare di licenza italiana». Sono i giochi online e quelli associati ad apparecchi a registrare gli aumenti più forti. E sono proprio quelli che espongono i giocatori ai maggiori rischi di dipendenza. Tanto che la legge 96/2017 ha previsto un incremento delle aliquote di imposta e ha ridotto a 345mila i nulla osta entro il 2017. Il successivo passaggio li taglierà a 265mila.

La tassa sulla fortuna
Nel 2012 è stata introdotta la cosiddetta tassa sulla fortuna, che è una tassazione ulteriore sulle vincite oltre i 500 euro, per giochi numerici a totalizzatore e a quota fissa, per le lotterie e i premi corrisposti dalle videolottery. Per fare qualche esempio di tassazione dei giochi, Superenalotto e Win for life sono sottoposti all’aliquota del 28,27% e all’ulteriore tassazione per vincite oltre i 500 euro del 12%. Superstar invece ha un’aliquota del 38,27% alla quale si aggiunge l’ulteriore tassazione del 12% sulle vincite oltre i 500 euro. Le scommesse ippiche a quota fissa sono sottoposte a tassazione del 43% per la raccolta rete fisica e al 47% per la raccolta a distanza. Poi 20% per il Bingo, per gli skill games, per il Poker cash e per i giochi da casinò.

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