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I tre poli alle consultazioni di lunedì con tre richieste diverse

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verso il governo

I tre poli alle consultazioni di lunedì con tre richieste diverse

Lunedì mattina terzo e ultimo giro di consultazioni al Quirinale. Ma lungi dal trovare convergenze e possibili maggioranze, i tre poli sembrano orientati a presentarsi davanti al capo dello Stato con tre schemi tattici (e relative richieste) completamente diversi. Il Movimento Cinque stelle andrà a chiedere a Mattarella elezioni il più presto possibile; il Pd esporrà il suo no sia a governi con i grillini, sia a esecutivi con il centrodestra a trazione leghista, aprendo solo a un ”governo di tutti”; il centrodestra insisterà con il pressing per un pre-incarico a Matteo Salvini con una maggioranza da ricercare in Parlamento.

M5S: al voto subito, no a governi di tregua

Luigi Di Maio ha anticipato in un’intervista al Fatto quotidiano quella che sarà la sua posizione dinnanzi al capo dello Stato lunedì mattina, quando i Cinque stelle saranno auditi come prima forza politica. I grillini chiederanno di indire elezioni subito. E il capo politico del Movimento ritiene che la prima data utile per il voto sia il 24 giugno. Di Maio, dopo aver provato i due forni della Lega e del Pd, ora pone il suo no a un “governo di tutti” definito come “un’accozzaglia” da evitare. Anche il capogruppo al Senato Danilo Toninelli stamattina ha tuonato contro «governi tecnici, di tregua, di transizione, del presidente: sono fatti per tirare a campare, preferisco andare a votare».

Pd: no a governo con M5s o con Salvini, ok a esecutivo con tutti dentro
Il Partito democratico, dopo avere bocciato in direzione la strada di un accordo di governo con i Cinque stelle al pari di un esecutivo con il centrodestra capeggiato da Salvini, ora si dice favorevole solo a un governo con “tutti dentro”, presieduto da una personalità terza, un tecnico che non abbia nulla a che spartire con i partiti che si sono presentati alle elezioni.

Centrodestra: pre-incarico a Salvini che cercherà la maggioranza in Aula
Il centrodestra, con Matteo Salvini in testa, dopo avere per lungo tempo osteggiato l’affidamento di un pre-incarico, adesso lo chiede a gran voce. Anche a costo di dover poi cercare la maggioranza in Parlamento dove gli servirebbero 50 voti extra alla Camera e 20 al Senato. Il centrodestra pensa di poter mettere insieme i voti dei “responsabili”, deputati e senatori pronti a convergere su alcuni punti programmatici (rimpatrio dei clandestini, fla tax, abolizione della legge Fornero, ecc.) . Una prospettiva che incontra però i dubbi del Quirnale, per il quale il pre-incarico andrebbe affidato solo a una personalità che può già contare su una maggioranza in Parlamento e che non deve costruirsela dopo, con tutti i rischi del caso.

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