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Stallo politico

Mattarella non si arrende, avanti sul Governo «neutrale» con nomi popolari

Corazzieri davanti alla porta nella Loggia d'Onore durante le consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo Governo (foto Ansa)
Corazzieri davanti alla porta nella Loggia d'Onore durante le consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo Governo (foto Ansa)

Che il percorso fosse in salita Sergio Mattarella non aveva dubbi. Sin dalla scelta di accelerare sull’ultimo giro di consultazioni flash e poi prepararsi all’ultima carta, quella di un Governo di tregua, sapeva che si sarebbe di nuovo trovato di fronte ai veti dei partiti. Di Lega e 5 Stelle in particolare che hanno sparato a zero contro l’ipotesi minima che sta costruendo il capo dello Stato. Che è poi una via d’uscita per “salvare” il Paese dall’aumento dell’Iva e per rappresentare l’Italia negli importanti vertici Ue di fine giugno e dell’autunno. E infatti a quella scadenza pensa il Colle, un Governo “neutro” senza colore politico che possa fare la legge di bilancio, evitare l’aumento delle aliquote e poi sciogliere le Camere a dicembre.

Ma certo se l’aria resta quella che si respira dalle parti di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio, è probabile che nasca già con il destino segnato. E che da Esecutivo di tregua si trasformi in balneare per portare il Paese alle urne già a settembre. Escluso che si possa votare a fine giugno, per ragioni di tempo e di regole. E soprattutto è escluso che sia Gentiloni a guidare fino a un ritorno alle elezioni. Ecco quindi che l’Esecutivo del presidente, in assenza di alternative, diventa un passaggio necessario.

È vero però che al Quirinale non ci si arrende. Si danno per persi i 5 Stelle che ormai sono sulla linea del voto subito e non c’è speranza di recuperarli come è stato chiaro dalle parole di Grillo sul referendum sull’euro. Ma si sta sondando l’area del centro-destra per provare a far nascere questo Governo e magari aspettare che nel corso dei mesi possa maturare un accordo tra i partiti che lo sostengono. Un’intesa con il Pd, per esempio. Ipotesi che ora sembrano lontane ma che con il tempo possono diventare più vicine. Certo è che fino all’ultimo, fino a lunedì, il capo dello Stato sarà pronto ad accogliere anche intese last minute, purché abbiano i numeri necessari. Al contrario, non lascerà che sia Salvini o il premier che lui ha in mente - si mormorava di Franco Frattini - a guidare un Governo di minoranza per andare alle elezioni.

Ieri il clima che si registrava era di urne presto ma al Colle sanno ben calcolare le complicazioni nei partiti nel fare le liste elettorali ad agosto e fare pure campagna sotto l’ombrellone. Senza contare che a settembre si farà più forte la corrente contraria alle urne per gli effetti che crea l’aumento dell’Iva che scatterebbe dopo qualche mese. Quello sarà un argomento di pressione forte del capo dello Stato. E per questa ragione sta pensando a un discorso pubblico per spiegare il senso di un Governo che eviti un danno per le tasche dei cittadini.

Ma quello di un “appello” all’opinione pubblica non sarà l’unica arma di Mattarella. Per il premier e i ministri, si stanno cercando nomi a “effetto”, popolari, volti che hanno una reputazione e un curriculum lontani dalla politica, magari giovani ma con esperienza in economia e con la competenza anche in affari europei e internazionali. Si cerca anche nel mondo dei manager pubblici, con un occhio all’impatto che possono avere sull’opinione pubblica. Insomma, un premier e una lista di ministri ai quali - con più difficoltà - i partiti potrebbero dire di no.

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